Le categorie possono essere studiate al termine della logica perché sono un punto di contatto tra logica e ontologia. Il panlogismo di Aristotele prescrive che ogni connotazione linguistica abbia un corrispettivo ontologico, e viceversa. Correggendo la dialettica platonica, Aristotele distingue dieci alberi ramificati - costituiti da generi che si dividono in specie -, che non possono avere nessi tra loro. Essi sono chiamati categorie (“generi di predicabilità”), e ognuno di questi ha al vertice, come “genere sommo”, un termine che non deriva dalla divisione di un altro genere, ma è alla base di qualunque divisione. Dunque il genere sommo può essere solo genere, e mai specie, ed è l’unico genere in ciascuna categoria che ha come specie tutti i termini presenti nella propria categoria. A differenza di Platone, i termini non indicano idee-forme, ma enti e predicabili che designano oggetti o classi di oggetti particolari. La categoria più importante è quella di sostanza, che contiene solo sostanze, ovvero gli enti che sussistono o possono essere pensati di per sé, senza bisogno degli accidenti. Le altre nove categorie, invece, riguardano gli accidenti, che non possono esistere né essere pensati se non in unione con le sostanze. Le sostanze sono quindi più importanti degli accidenti. Un’ulteriore dimostrazione di questo sta nel fatto che le sostanze sono quasi sempre soggetti (a meno che non siano predicati di una sostanza, ovvero di un membro della loro stessa categoria), mentre gli accidenti sono quasi sempre predicati (a meno che non siano soggetti di un accidente, cioè di un membro della loro stessa categoria). E il destino degli accidenti è quello di essere predicati delle sostanze, cioè di enti che non appartengono alle loro categorie. A differenza di Platone, Aristotele non accetta che le dieci categorie possano trovare un superiore punto di unificazione: come vedremo altrove, secondo Aristotele l’ente non è un genere. Aristotele distingue le sostanze seconde (gli universali) dalle sostanze prime (che sono più propriamente sostanze) che si trovano al termine di ogni divisione Esse sono sempre soggetti e sempre specie. L’architettura delle dieci categorie fornisce un ordinamento della realtà, del pensiero e del linguaggio, ed è indispensabile anche per ricavare la definizione di qualunque termine.