I navigatori portoghesi trovano un ambiente ostile nell’oceano Indiano, anche perché i regni cristiani che avevano immaginato non esistono. Il commercio di pepe e spezie è egemonizzato da mercanti arabi, e sovrani come il sultano di Calicut non vogliono sostituirli con i portoghesi. Vasco de Gama è il primo che completa la circumnavigazione dell’Africa: a partire dal suo secondo viaggio vengono impiegate le navi da guerra. Nel frattempo Cabral ha scoperto casualmente il Brasile. Francisco de Almeida e Alfonso de Albuquerque sconfiggono ripetutamente i navigatori arabi e i mamelucchi di Egitto che erano accorsi in loro aiuto. In pochi anni i portoghesi arrivano a controllare le rotte dall’Indonesia (luogo di produzione della maggior parte di pepe e spezie) e a chiudere – sia pure parzialmente e precariamente – il mar Rosso e il golfo Persico, ovvero le strade degli arabi verso gli empori e i mercanti veneziani nel Mediterraneo orientale. I portoghesi costituiscono un impero coloniale “leggero”, con l’occupazione (spesso con il consenso dei sovrani locali) di pochi punti fortificati sulle coste di Africa e Asia. Un impero coloniale compatibile con le risorse limitate del regno di Lisbona, ma che rappresenta un’impresa straordinaria per l’epoca. Un impero coloniale che però finirà ben presto, a causa di un disastro economico e dell’arrivo dei molto più potenti ed attrezzati olandesi, i quali miglioreranno la rotta di circumnavigazione dell’Africa.