La dottrina della conoscenza segna un forte smarcamento dal dualismo platonico, una maggiore vicinanza di Aristotele al naturalismo presocratico, e una rivalutazione dell’esperienza. Conoscenza sensibile e conoscenza intellettiva non sono eterogenee, bensì legate in un unico, progressivo processo. La prima fase, la conoscenza sensibile, raccoglie le sensazioni da cui l’intelletto, in una seconda fase, astrae le idee universali. Dunque senza l’esperienza mancherebbe il materiale su cui opera l’intelletto. Intermedia tra la sensibilità e l’intelletto è l’immaginazione, che ricorda i “fantasmi”, cioè le immagini illanguidite delle sensazioni quando esse non sono più presenti. Aristotele si interroga sui problemi della sinestesia e del sesto senso (senso interiore). Inoltre egli applica, forse un po’ forzatamente, la teoria della potenza e dell’atto sia alla conoscenza sensibile, sia alla conoscenza intellettiva. Proprio a questo proposito nasce uno spinoso problema interpretativo: in un passo frammentario di difficile interpretazione, Aristotele distingue un intelletto in potenza, quello di ogni singolo essere umano, che riesce a conoscere solo una parte degli intelligibili, e un intelletto in atto (o poietico e produttivo) che conosce tutti gli intelligibili e illumina ogni atto di conoscenza umana allorché passa dalla potenza all’atto. Che cosa sia questo intelletto in atto, appare misterioso. Potrebbe avere a che fare con un intelletto divino, o con una parte dell’anima umana destinata all’immortalità? L’ultima sezione della lezione ricostruisce in maniera chiara il dibattito secolare sulla questione: dall’interpretazione di Alessandro di Afrodisia e di Averroè, che escludono l’immortalità dell’anima, fino a quella di Tommaso d’Aquino, che la ammette (rendendo Aristotele maggiormente compatibile con il cristianesimo), e a quella di Pietro Pomponazzi, che in ambito rinascimentale riprende le tesi alessandriste per negare l’immortalità dell’anima in Aristotele all’interno del quadro della “doppia verità”. Naturalmente le idee di Tommaso d’Aquino e di Pomponazzi verranno riprese e inserite in un contesto più esauriente nelle videolezioni dedicate ai due pensatori.