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Dopo la morte di Elisabetta I, la casa dei Tudor si estingue. Sale sul trono di Inghilterra Giacomo VI di Scozia, il primo della dinastia degli Stuart, lontano parente di Elisabetta. Giacomo era il figlio di Maria I Stuart, giustiziata dalla stessa Elisabetta quando lui era un bambino. Frustrato dall’impossibilità di governare come sovrano assoluto in Scozia, a causa del presbiterio calvinista, il nuovo re si sposta da Edimburgo a Londra, assumendo il nome di Giacomo I di Inghilterra. Dunque per la prima volta Inghilterra e Scozia si trovano sotto un unico sovrano, in un’unione dinastica. Anche a Londra però le sue velleità di assolutismo si infrangono contro l’opposizione del Parlamento, che aveva riassunto i suoi antichi poteri, e che iniziava ad essere popolato di calvinisti, per definizione ostili ai poteri centralizzati del sovrano. Molti borghesi e piccoli nobili delle campagne (gentry) erano impegnati nella rivoluzione agricola, e non sopportavano più privilegi e spese parassitarie. Tuttavia gli screzi tra Giacomo I e il Parlamento non diedero luogo a scontri aperti.  Buona parte di questa lezione è occupata dalla descrizione della situazione religiosa del regno di Inghilterra, piuttosto complessa ma essenziale per comprendere i successivi avvenimenti. La chiesa anglicana o episcopale era la Chiesa ufficiale del Regno, con a capo il sovrano. Essa era diventata simile alle chiese calviniste, ma aveva mantenuto i vescovi e le gerarchie. Nei primi decenni del Seicento però si diffonde potentemente un’altra variante del protestantesimo, ovvero il calvinismo, più radicale dal punto di vista politico, e con punte di repubblicanesimo. Inizialmente i calvinisti vengono chiamati presbiteriani, in analogia con i loro omologhi scozzesi, poi assumono il nome di puritani. Alcuni di loro vorrebbero imporre anche in Inghilterra un severo presbiterio modellato sull’esempio di Edimburgo, altri (i puritani indipendenti) sono a favore della libertà civile e religiosa dei fedeli.  Ben presto sorgono gruppi di protestanti più radicali dei puritani, spesso favorevoli alla separazione tra Stato e Chiesa, al pacifismo, e alla semplificazione dei riti, dei dogmi, e dell’organizzazione ecclesiastica. I due gruppi più importanti sono i quaccheri e i battisti. Essi vengono chiamati settari o congregazionalisti, poiché non si organizzano in una Chiesa in senso proprio. Molti di loro rifiutano di essere guidati dai pastori, e ritengono di comunicare direttamente con Dio saltando persino la mediazione con il testo sacro. Sentendosi invasati dallo Spirito Santo, ritengono di essere autorizzati a predicare.  L’insieme dei puritani e dei settari (ovvero i protestanti calvinisti non anglicani) vengono chiamati “Dissenters” o “Non conformisti”, perché rifiutano di giurare fedeltà alla Chiesa di Stato.  Emergono inoltre protestanti che non desiderano appartenere a nessuna Chiesa o organizzazione: vengono denominati indipendenti o anarchici. Infine non va dimenticato che una parte non indifferente degli inglesi, soprattutto nelle regioni del Nord, sono rimasti cattolici.