Nelle sue “Lettere copernicane” Galileo difende la necessità di fare scienza osservando la natura, affronta il problema del finalismo antropocentrico e rifiuta il principio di autorità.
Il divieto di insegnare il copernicanesimo impostogli dall’Inquisizione distoglie Galilei dall’astronomia e lo spinge ad occuparsi di fisica. Per rispondere alle obiezioni aristoteliche contro il movimento della terra, Galileo elabora i tre princìpi della nuova fisica: l’inerzia e la composizione del movimento spiegano perché un corpo non perda il suo moto di traslazione orizzontale quando si stacca dalla superficie terrestre o da una nave in movimento. Il principio di relatività del movimento, che dimostra l’equivalenza tra la quiete e il moto orizzontale uniforme, apre nuove prospettive alla fisica.