In tempi più recenti, parliamo di tempi di liberazione sessuale, di movimenti giovanili, di contestazione, di controcultura del ’68, Freud è stato ripreso da filosofi neomarxisti, o comunque filosofi sessantottini, come per esempio Erich Fromm, oppure Marcuse. Essi hanno interpretato Freud in maniera libertaria, unendo in qualche modo psicoanalisi e marxismo, facendo di Freud un contestatore delle strutture sociali, delle sovrastrutture educative, anche della famiglia, della sessualità tradizionale. Cosa che Freud non è mai stato. Freud, ad esempio, credeva che la repressione sociale portata avanti dalla famiglia, dalla scuola, dalla società, dall'autorità, eccetera, fosse inevitabile; altrimenti noi non avremmo una civiltà. Ci vogliono dei limiti, ci vogliono delle regole, ci vogliono anche dei tabù - le famose cose di cui Freud discute nel suo libro “Totem e tabù”.
Freud, soprattutto nei suoi ultimi anni, non si interesserà soltanto alle nevrosi dei singoli e di come curarle, ma si si rivolgerà anche all’etnologia, all’antropologia, alla storia delle religioni; si occuperà di cose filosofiche molto più ampie. Nell'opera “Mosè e il monoteismo ebraico”, Freud ricostruisce la genesi dell'ebraismo, del cristianesimo, dell'Islam, delle religioni monoteistiche, che hanno un dio maschio, un dio paterno, un unico dio, per spiegare come la società occidentale sia diversa dalle società orientali, che hanno religioni non monoteistiche. Invece nella società occidentale c'è sempre questa cappa, questa unicità, questa forza, questa onnipotenza di un dio trascendente che domina completamente la natura, il mondo sensibile, questo genera delle conseguenze molto importanti a livello di psicologia delle masse. Freud non si interessa solo di psicologia dell'individuo, ma anche di psicologia delle masse, di storia dell'umanità, di antropologia.
Per Freud la religione non è altro che una nevrosi dell'umanità.
Freud è importantissimo anche a livello filosofico, perché le sue teorie hanno avuto un impatto eccezionale sulla cultura, sulla filosofia, sulle scienze umane, sull'arte, su qualunque cosa. Le teorie di Freud sono dirompenti, tuttavia non per questo devono essere vere. Freud, in una metafora famosa, disse che la sua era la definitiva e terza ferita narcisistica dell'umanità. L’uomo non è più al centro dell’universo, non è neanche più al centro universo (dopo Galileo), neanche più al centro della natura e degli esseri viventi (dopo Darwin) . Con Freud l’uomo non è nemmeno al centro di se stesso, l'uomo non è più padrone della sua stessa psiche. C'è una forza oscura, dentro di noi, che noi non riusciamo a far elevare alla coscienza, che noi non sappiamo essere dentro di noi: l'inconscio, che ci determina, che determina il nostro carattere.
Freud dice che ci sono tre istanze nella psiche, da una o da tutte e due di esse derivano le nevrosi. La psiche non è solo quello che so, che ricordo, e che ho presente in maniera limpida e razionale attualmente alla coscienza. La psiche comprende anche una zona, nascosta dentro di me, con tutta una storia di atti, fatti, emozioni, che ho provato, che mi sono capitate, che però non emerge alla coscienza; è nascosta dentro di me: l'inconscio. Dopo l’io e l’inconscio, la terza istanza della psiche è il Super-io.