Dopo la Germania, la Svizzera si rivela il secondo centro propulsore della Riforma. Il protestantesimo in Svizzera si differenzia da quello luterano soprattutto dal punto di vista politico. Più fiduciosi nell’uomo e nelle sue capacità su questa terra, i riformatori svizzeri non intendono lasciare la sfera temporale soltanto all’autorità civile, ma occuparsi essi stessi della società e del governo, attraverso strutture di tipo presbiteriano (formate da pastori anziani e particolarmente riveriti) che decidono soprattutto in merito alle regole morali. Tale corrente protestante verrà chiamata calvinismo dal nome del suo massimo rappresentante, Giovanni Calvino, di cui ci occuperemo nella prossima videolezione. Le idee di Calvino vengono anticipate da alcuni riformatori in Svizzera e in Renania. Zwingli impone la Riforma a Zurigo. Oltre alle differenze sull’interpretazione dell’eucarestia, la marcata vocazione politica di Zwingli e il suo ricorso alla guerra santa lo dividono da Lutero, il quale lo condanna apertamente. Il tentativo di imporre la Riforma ai cantoni cattolici con le armi fallisce miseramente, e lo stesso Zwingli muore nella battaglia di Kappel. Il suo successore Bullinger si farà portatore di una linea più pacifica e tollerante, in modo da intessere buone relazioni e alleanze con altri gruppi di riformati, all’interno e all’esterno della Svizzera. La Ginevra di Bullinger sarà anche un importante esempio e modello per l’Inghilterra anglicana a partire da Edoardo VI. Ecolampadio (nome grecizzato di Johan Husschin), altro personaggio di alto livello, conquista alla Riforma anche Basilea. I suoi successori dovranno vedersela con l’agitatore estremista Carlostadio. Dopo iniziali insuccessi, le virtù diplomatiche di Bullinger conducono ad un accordo tra le città svizzere riformate, sancito dalla “Seconda confessione elvetica”. Altro importante centro riformatore è Strasburgo (che all’epoca faceva parte della Germania). Qui si mettono in luce numerosi predicatori, in particolare Martin Butzer: La caratteristica peculiare della Riforma strasburghese è la tolleranza: Strasburgo diventa un rifugio per tutti i perseguitati, persino per gli anabattisti. Tuttavia Strasburgo non diventerà mai un centro calvinista di prima importanza come Zurigo e Ginevra: sia per la repressione cattolica imposta da Carlo V, sia per la minore statura intellettuale di Butzer. Le città svizzere non firmano la “Confessio augustana” dei luterani tedeschi, bensì un proprio documento, la “Confessio tetrapolitana”. Ad ogni modo un accordo tra Butzer e Melantone avvicina svizzeri e tedeschi: due anime della Riforma destinate a mantenere le proprie peculiarità e la propria diversità.