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Il primo tra gli strumenti concettuali messi a punto da Aristotele per razionalizzare i fenomeni naturali sono le quattro cause. La causa materiale indica di cosa è composta una sostanza (ad esempio, nel caso di una casa, i mattoni); la materia indica anche l’origine della sostanza (l’origine della casa sono i mattoni che le preesistevano). La causa formale indica la morfologia di una sostanza (la forma tipica di una casa), che corrisponde al fine, alla destinazione d’uso, all’essenza della sostanza. Questa identificazione tra forma e funzione è importantissima nel pensiero di Aristotele, come vedremo occupandoci della dottrina della forma: la forma di una sostanza non è casuale, bensì ne determina la finalità. Se qualcuno non sapesse affatto cosa sia una proboscide, vedendola per la prima volta e considerandola in rapporto agli altri organi dell’animale capirebbe a cosa serve e come funziona. La causa efficiente indica ciò che ha realizzato una sostanza: nell’esempio della casa, gli operai o gli arnesi da loro adoperati. La causa finale indica infine lo scopo verso il quale una sostanza, o un movimento, sono diretti.

Le quattro cause sono quattro classi di cause, e sono relative. Ad esempio la forma “mattone” rispetto alla materia “argilla”, è nello stesso tempo la materia rispetto alla forma “casa”. Sia l’argilla sia i mattoni possono essere considerati la causa materiale della casa.

Risulta subito evidente che le quattro cause sono a due a due identificabili: da una parte la causa materiale e la causa efficiente (che possono essere indicate con l’unico termine “materia”), dall’altra la causa formale e la causa finale (che possono essere indicate con l’unico termine “forma”): nel nostro esempio la forma della casa indica che si tratta di un edificio atto ad accogliere persone (il fine della casa, e la sua definizione linguistica). Da qui la celebre dottrina della sostanza composta da materia e forma, di cui parleremo in una successiva videolezione.