Nella scorsa videolezione [https://youtu.be/bclFWitGCt4] abbiamo parlato della metafisica. Tuttavia è difficile comprendere la metafisica di Leibniz senza collegarla alla sua logica. Molti interpreti sostengono che la metafisica non farebbe altro che applicare a tutta la realtà alcuni principi logici validi nel pensiero.
Leibniz distingue tra possibile e attuale. Il possibile è ciò che possiamo pensare senza contraddizione. L’attuale è qualcosa che, oltre ad essere possibile, esiste nella realtà. Un ente possibile possiede una definizione perfetta anche se non esiste nella realtà. Leibniz fa l’esempio delle verità matematiche. Invece ciò che è attuale è ciò che esiste sul piano ontologico. Ogni monade è individuata da Leibniz come una sostanza individuale dotata di una definizione completa. Dio crea nel senso che fa passare queste sostanze dalla potenza all’atto.
Strettamente legata alla coppia possibile-attuale, è la coppia logica necessario-contingente. Il necessario è verità di ragione, il contingente è verità di fatto. Necessario è ciò di cui non si può pensare l’opposto senza contraddizione. Le verità necessarie, o verità di regione, sono principalmente quelle matematiche. Persino Dio non può pensare il contrario di una verità di ragione.
Contingente invece è ciò il cui contrario non implica contraddizione logica. Si tratta delle verità di fatto, ovvero dei fatti empirici. Le verità di fatto possono essere colte sono dall’esperienza, cioè a posteriori.
Leibniz introduce anche di due principi logici fondamentali: il principio di identità, e il principio di ragion sufficiente. Il principio di identità si esprime con A=A. Tra soggetto e predicato c’è un nesso analitico. Il predicato è sempre contenuto nel soggetto. Leibniz pensa che il principio di ragion sufficiente sia un completamento del principio di identità. Il principio di identità basta per determinare le verità di ragione, mentre il principio di ragion sufficiente è indispensabile per determinare le verità di fatto.
Tutto questo crea dei problemi, e ha suscitato numerose e gravi obiezioni nei confronti di Leibniz. Il principio di identità e il principio di ragion sufficiente, rischiano infatti di identificarsi.
Un’applicazione particolare del principio di ragion sufficiente è costituita dal principio della identità degli indiscernibili. Occorre che ciascuna monade sia differente da ogni altra. Due individui uguali sarebbero lo stesso individuo.
Il principio di armonia regola tutta la metafisica di Leibniz. La struttura dell’universo è logica. Il principio di armonia viene utilizzato da Leibniz anche nella spiegazione della connessione delle sostanze. Leibniz esclude l’esistenza di una interazione reale tra le sostanze. Le monadi non si influenzano tra loro. Eppure tra le monadi esiste un accordo perfetto. Dio stabilisce un’armonia prestabilita. Dio crea il mondo in maniera perfetta, in modo tale da non essere costretto ad intervenire per aggiustarlo. Quando, ad esempio, l’anima avverte un sentimento di dolore nel momento preciso in cui un braccio viene ferito, ciò non significa che il corpo abbia agito realmente sull’anima, che il corpo sia la causa del dolore. Significa che sin dalla creazione Dio ha stabilito che in un certo momento del tempo, in contemporanea, il braccio subisca una ferita e l’anima senta un dolore.