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In questa prima lezione su Malebranche ci occupiamo delle sue tesi metafisiche di base. L’occasionalismo di Malebranche non è molto diverso da quello di La Forge e Geulincx, ma è caratterizzato da un teocentrismo ancor più accentuato. Anche lui riprende la teoria cartesiana della creazione continua: causare equivale a creare; pensare che qualche ente finito, e non Dio, possa causare, è un residuo di paganesimo. Le accuse di determinismo e di panteismo sono dietro l’angolo. La gnoseologia neoplatonica di Malebranche lo spinge a credere che le idee dell’uomo derivino direttamente da Dio, anche quelle che riguardano i corpi. Quindi i corpi potrebbero non esistere, e se sappiamo che esistono è solo in base alla Rivelazione. Qui troviamo l’origine dell’idealismo moderno, che fornì argomenti importanti a Berkeley e Hume. Il problema dell’occasionalismo sta anche nell’aver spostato, ma non risolto, il dilemma della causalità tra eterogenei. In realtà se Dio è la causa di tutti gli eventi, anche quelli materiali, si ripropone una causalità tra eterogenei: non più tra le anime e i corpi, ma tra Dio e i corpi. La soluzione scolastica della causalità eminente viene rifiutata da molti, che però continuano a non accettare la causalità tra eterogenei. Sicché spunta l’idea di fornire a Dio una sorta di materialità, per permettergli di agire sui corpi. In Spinoza tale materialità è in conflitto con il cristianesimo. In More e Newton invece si sostanzia in una “estensione spirituale” attraverso cui Dio interviene continuamente nel mondo materiale. Tale dottrina sarà spiegata più approfonditamente nella videolezione su Newton.