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Malebranche riprende il problema del male sulla scia della discussione inaugurata da Agostino. Egli però, alla luce della teologia razionale cartesiana, avrà difficoltà a conciliare la presenza del male con un Dio sommamente buono. Anche se sembra singolare, Malebranche giustifica il male alla luce delle osservazioni scientifiche della fisica meccanicistica cartesiana, sostenendo che Dio non può evitare l’esperienza del male poiché governa il mondo con poche leggi che non possono essere violate. Tuttavia l’appello alla regolarità delle leggi fisiche volute da Dio sembra in contrasto con la teoria occasionalistica (discussa nella precedente lezione) secondo cui Dio interviene continuamente nel mondo. E se Dio è causa di tutto, non sarà causa anche del male morale? Malebranche elabora una singolare teoria secondo la quale se l’uomo non ha il potere di causare l’azione che tende al male, può tuttavia bloccarla. L’obiezione dello scettico illuminista Bayle, secondo il quale il male non può essere giustificato razionalmente, è fin troppo facile: bloccare un’azione è comunque un’azione; quindi o l’uomo è in grado di causare, e quindi l’occasionalismo è falso, oppure, se l’occasionalismo è vero, Dio causa anche il male.