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Gli occidentali non aiutano Costantinopoli. Nel 1453 il sultano Mehmet II la conquista, mettendo fine al secolare lascito dell’antico impero romano. A differenza di quanto molti pensano, l’espansione degli ottomani non è stata una cavalcata ininterrotta, inarrestabile e senza intoppi. Per molto tempo i turchi sono bloccati dalla resistenza di Giorgio Castriota Scanderbeg in Albania settentrionale, e dall’eroe nazionale ungherese Giovanni Hunyadi che li sconfigge ripetutamente. Alla fine Hunaydi perde, a Varna e a Kosovo Polje, ma ciò avviene per la mancanza di sostegno da parte dei regni occidentali, per il tradimento di serbi e valacchi (che spesso si schierano con i turchi perché essendo ortodossi preferiscono i più tolleranti musulmani ai cattolici ungheresi), e per le manovre azzardate del suo re. Tuttavia il grande generale ungherese ha ancora la forza di spezzare l’assedio di Belgrado. A seguito di questa sconfitta, gli ottomani lasceranno in pace l’Ungheria per ben settant’anni.
Gli ottomani conquistano territori in Grecia e in Albania a scapito di Venezia, e sottomettono prima l’ultimo residuo di Serbia (sopravvissuto come stato vassallo di Istanbul), poi la Bosnia. Occupano anche territori sul mar Nero, dove il khanato tataro di Crimea diviene stato vassallo, ma trovano in Stefano di Moldavia un altro avversario efficace.