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Se la morale non serve alla salvezza, e Dio può decidere di includere nel numero dei salvati anche alcuni peccatori, il protestante non sarà spinto all’immoralità? Perché dovrebbe comportarsi bene? Lutero in realtà non ritiene di aver reso inutile la morale, ma di averla messa al giusto posto. Infatti - egli argomenta - mentre i cattolici pensano di utilizzare le opere buone e la virtù per ottenere la salvezza, secondo una logica di scambio utilitaristica e inaccettabile, i protestanti vedono la morale come una conseguenza della salvezza. Ciò significa che i prescelti, i predestinati da Dio, tenderanno a comportarsi in maniera onesta e corretta con i propri simili, quantomeno nella vita sociale, familiare e lavorativa. Sicché riuscire ad essere un buon cittadino, un buon coniuge e genitore, un lavoratore di successo, possono essere considerati segni della predestinazione (idea che diventerà centrale tra i calvinisti).

La seconda parte della lezione è dedicata all’illustrazione dell’importante principio protestante “Solus Christus”, in base al quale la parola di Cristo, e non il catechismo di una Chiesa, indica in maniera chiara e semplice la via della salvezza, senza bisogno di tanti commenti e interpretazioni, e in base alla quale l’azione di Cristo non può essere sostituita dai sacerdoti o da cerimonie esteriori. Cristo rende validi i sacramenti, Cristo permette la salvezza nonostante i peccati.