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Marsilio Ficino e Giovanni Pico della Mirandola rappresentano il tentativo più significativo di innestare il neoplatonismo tardo-antico all’interno dalla filosofia umanistica.  L’Uno plotiniano viene adattato al cristianesimo trasformandolo in un Dio creatore, libero e benevolente, come buone sono considerate le sue creature finite. Ficino ritiene che l’uomo abbia ricevuto una posizione privilegiata nell’universo, perché all’interno della pentarchia dell’essere egli si trova in posizione mediana e simmetrica. Così l’essere umano può andare verso l’alto (il livello spirituale) o verso il basso (la materia dei bruti), mentre le altre categorie di enti sono obbligate a tendere o solo verso l’alto o solo verso il basso. L’anima umana quindi è “copula mundi”, principio che unifica l’universo. L’ascesa dell’uomo è spiegabile in base ad una particolare interpretazione dell’amore platonico. Alcune teorie di Ficino sono difficili da comprendere perché fanno riferimento alla magia rinascimentale, e in particolare all’idea della corrispondenza simbolica e reale tra superiore e inferiore, infinito e finito, macrocosmo e microcosmo. La tesi neoplatonica dell’unità del tutto permette a Ficino di credere nella magia. Egli esclude però la magia nera, e sostiene di praticare la magia bianca o operativa. Egli crede anche all’astrologia, che permette al mago di convogliare lo spirito proveniente dagli astri in oggetti chiamati talismani, che servono a curare il corpo. Il mago dunque è una sorte di medico, che completa l’opera del sacerdote che cure le anime. A differenza del maestro, Giovanni Pico della Mirandola non accetta l’astrologia, giacché essa implica un determinismo che vanificherebbe la libertà dell’uomo. Anche lui condanna la magia nera a favore della magia bianca. Egli crede alla cabala, basta sul potere della sacra lingua ebraica. Le teorie di Pico sembrano un ampliamento di quelle di Ficino. L’essere umano è l’unico che non ha avuto una forma fissa, una natura e un’essenza predeterminata nell’universo. Sicché può divenire angelico o abbassarsi al rango delle bestie. In questo consiste la dignità e la libertà dell’uomo. Come con molti altri umanisti, la storiografia tradizionale ha visto scorrettamente in Ficino e Pico l’affermazione di un completo libero arbitrio. In realtà nella sua ultima opera Pico, divenuto più pessimista, afferma che il libero arbitrio può esistere solo se sostenuto da una grazia divina. A sua volta Ficino aveva dato una lettura classista del libero arbitrio, secondo lui appannaggio solo di una ristretta cerchia di dotti.