Gli ottomani si riprendono dalle distruzioni di Tamerlano senza che nessuno sia riuscito ad approfittarne. Anche l’Ungheria viene sconfitta, ma per ora non occupata. Cade il secolare impero di Costantinopoli. Nel frattempo in Russia Ivan III riesce a sottomettere gli altri principati russi e si proclama difensore della cristianità, ma è ben lungi dal poter affrontare i nuovi conquistatori. Rallentati dalla resistenza dell’eroe albanese Scanderbeg, l’impero ottomano travolge Venezia nel Mediterraneo. Con i sultani Selim (che sconfigge i Mamelucchi in Siria ed Egitto, e conquista parte dell’Arabia) e Solimano il Magnifico, che occupa l’Ungheria e minaccia seriamente Vienna, l’impero ottomano realizza una prodigiosa espansione nel Cinquecento. Valacchia e Moldavia sono resi stati vassalli. Gli ottomani dominano nel Mediterraneo anche grazie all’uso della pirateria: gli stati barbareschi di Algeria, Libia e Tunisia si sottomettono. In Asia l’impero ottomano trova un limite alla sua espansione nel potente regno sciita dei Safawidi in Persia che chiude loro la strada per l’India: nonostante le numerose guerre, gli ottomani non riusciranno mai a strappare in modo stabile Armenia e Georgia ai persiani; tuttavia sbarcano sul mar Nero sottomettendo i tatari di Crimea. La lezione non trascura di spiegare le motivazioni militari, sociali e religiose del successo dei combattenti di Allah.