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Lutero distingue nettamente la Chiesa dallo Stato, intendendo come Chiesa la comunità spirituale. Giacché il cristiano trova la pace e la fede nella sua coscienza interiore, non si occuperà della sfera esteriore, né penserà che la salvezza possa derivare da oggetti materiali o da cerimonie. Il mondo esterno anzi è considerato corrotto e malvagio, dominato dal demonio. Per questo motivo il cristiano non si occuperà di politica, ma lascerà l’ingrato compito al principe e in generale all’autorità civile, che dovrà adoperare necessariamente metodi sommari e violenti. Dio ha incaricato il sovrano assoluto di porre argine, per quanto possibile, al caos che domina la terra. Lutero condanna ogni ribellione al principe, equiparata alla ribellione contro Dio. Lutero, criticato per questo anche dai suoi più stretti discepoli, delinea una sorta di pacifismo cristiano, una rassegnazione al martirio anche nei confronti del sovrano che perseguitasse i protestanti.

Gli sviluppi della Riforma e i problemi connessi inducono Lutero a modificare in parte le sue idee politiche. Egli chiede ai principi di mettere in pratica la Riforma con la forza della legge, e quindi – posto che questi ultimi non hanno il potere nelle cose spirituali, non possono costringere a credere né interpretare la Bibbia – Lutero ammette che essi si mettano a capo della Chiesa temporale. Inoltre Lutero accetta che in caso di aggressione e di autodifesa, i protestanti possano combattere contro i cattolici che vogliono eliminarli – come stava accadendo con Carlo I contro la Lega di Smalcalda.

Al contrario di Lutero, Calvino e i calvinisti sviluppano una differenza teoria politica, influenzata dalla differente teologia. I riformatori svizzeri non condividono l’atteggiamento anti umanistico di Lutero. Essi ritengono che le opere buone – pur rimanendo inutili alla salvezza – siano possibili, almeno nella sfera della società, della famiglia e del lavoro. Dunque cade il divieto luterano ai cristiani di fare politica. I calvinisti pretendono di governare essi stessi insieme al sovrano, che non può più essere assoluto, o anche al posto del sovrano in comunità repubblicane. La visione politica dei calvinisti, e le sue notevolissime conseguenze in campo sociale ed economico, sarà approfondita nella videolezione dedicata a Calvino.