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Description

Platone non si occupa dello Stato ideale soltanto nella “Repubblica”. Nel “Politico” sperimenta una strada opposta rispetto a quella dell’opera più nota: qui un filosofo-re governa al di sopra delle leggi, giudicate astratte e non idonee a distinguere i differenti casi nella loro concretezza. È presente anche una classificazione delle forme di governo più pragmatica e più realistica rispetto a quella della “Repubblica”. Le “Leggi” rappresentano l’ultima opera di Platone. Nonostante l’abolizione del comunismo e la reintroduzione della proprietà privata, questa riscrittura dello Stato ideale presenta un accresciuto autoritarismo, all’interno del quale il controllo dell’individuo è ancora più stringente rispetto all’opera precedente: le coppie sono “convinte” a procreare da apposite squadre di donne autorizzate a controllarle in camera da letto. I cittadini subiscono un’educazione militaristica che li tiene in un continuo Stato di guerra – anche in tempo di pace -, sempre abituati a marciare agli ordini di un capo; e si arriva a prospettare che essi non debbano avere più in comune niente, neanche il pensiero, che deve confluire in uno “spirito” collettivo. L’odio di Platone per il progresso e l’economia commerciale sviluppata lo induce a proporre una società rurale primitivistica, separata dal resto del mondo, felice a contatto con la natura, priva di bisogni e desideri, in cui viene esaltata la mentalità semplice e ingenua di epoche ancestrali, in cui la sobrietà e la dirittura morale permettevano ad Atene di sconfiggere società potenti e opulente come Atlantide.