La famiglia reale di Polonia alla fine del Quattrocento occupa anche le corone di Ungheria e Boemia, ma di fronte all’estinzione di quella linea jagellonica saranno gli Asburgo d’Austria, abilmente imparenti con essa, ad ereditarle. Tuttavia in Ungheria resta per gli Asburgo solo una striscia di territorio di fronte all’occupazione ottomana. La Polonia si espande sempre di più, e nel Cinquecento sotto Ladislao II Jagellone si presenta come un grande impero pienamente inserito all’interno del Rinascimento europeo, estremamente tollerante e con una nobiltà calvinista colta e cosmopolita.
Ben presto però, con l’estinzione degli Jagelloni, si nota un accenno di Controriforma. La decadenza militare ed economica dell’Hansa germanica apre le guerre, destinate a durare secoli, tra Polonia, Danimarca, Svezia e Russia, per il controllo dei territori baltici. Nel Cinquecento è la Polonia che prevale. La Russia nel Cinquecento è dominata dalla figura di Ivan il Terribile, che in un Paese arretratissimo e soggetto alle frequenti rivolte dei boiari non trova di meglio che governare con massacri e terrore. L’enorme espansione in Siberia riesce a disarticolare il khanato dell’Orda d’Oro e a conquistare Kazan e Astrakhan, ma ad Occidente la Russia deve cedere alla Polonia nella lotta per il possesso della Livonia (attuali Lettonia ed Estonia) sul mar Baltico.