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Pietro Pomponazzi e la scuola padovana propongono un nuovo approccio ad Aristotele, interpretato in maniera più laica e naturalistica rispetto al Medioevo. Alla luce del recupero dei testi originali, Pomponazzi interviene nel secolare dibattito sull’immortalità dell’anima di Aristotele, cercando di dimostrare che Tommaso e gli altri scolastici si siano sbagliati. Secondo Pomponazzi Aristotele considera l’anima mortale, come avevano sostenuto in passato Alessandro di Afrodisia e Averroè; quindi Aristotele non è compatibile con il cristianesimo. La stessa cosa vale nel caso dell’eternità del mondo. Infatti Aristotele non considerava l’anima come una sostanza, bensì come la forma del corpo che rappresenta la materia della sostanza “individuo”. Siccome in ogni sinolo la forma cessa di esistere quando scompare la materia, questo avviene anche nel caso dell’anima quando il corpo muore. Inoltre Pomponazzi mette in evidenza che l’intelletto, la parte più nobile dell’anima, elabora le idee solo in base alle percezioni che i sensi le trasmettono; quindi se l’anima fosse separata dal corpo, semplicemente non potrebbe funzionare, non possiederebbe alcun contenuto noetico. Per non essere accusato di eresia, Pomponazzi si appella alla teoria della doppia verità, chiamata anche averroismo (in realtà nulla del genere esiste nelle opere di Averroè), secondo cui si può affermare in base alla ragione e alla filosofia una conclusione diversa da quella (che in realtà è l’unica verità) della Rivelazione. Pomponazzi formula alcune teorie molto ardite, che ricordano il machiavellismo. Egli pensa che la morale possa (sia pure solo da parte di alcuni sapienti) essere pensata separatamente dalla religione, con un premio in questa vita, e che addirittura la religione sia stata inventata come espediente politico per tener buono il popolo. Le sue idee sul determinismo astrologico, sulla regolarità della natura (che toglie senso al concetto di miracolo), sull’inevitabile tramontare di ogni vicissitudine (persino delle religioni), fanno di Pomponazzi un pensatore modernissimo, anticipatore dei libertini del Seicento. Aristotelico sulla carta, Pomponazzi si allontana in molti campi dalle teorie del maestro, pur confessando si non essere in grado di costruire una filosofia alternativa.