Mettendo insieme più termini, si ottiene la proposizione. Un termine non è sottoponibile alla distinzione vero/falso, e neppure lo sono proposizioni quali i comandi, le domande, le ipotesi, le esclamazioni. Al contrario, la proposizione dichiarativa può essere o vera o falsa. Per questo Aristotele prende in considerazione solo essa, all’interno di una disciplina come la logica che persegue il progresso della scienza attraverso conclusioni vere. Inoltre la proposizione dichiarativa è compatibile con l’idea aristotelica della scienza come sapere causale e necessario, universalmente valido. Non c’è spazio per la logica ipotetica induttiva in Aristotele. La proposizione dichiarativa ha una formulazione rigida: consiste nell’unione tra un soggetto e un predicato attraverso una copula del verbo essere. La proposizione dichiarativa viene distinta in universale, particolare e singolare, a seconda della quantità (estensione) del soggetto. Tuttavia la singolare può non essere considerata un genere a parte, perché equivale alla universale. Inoltre la proposizione dichiarativa viene distinta in affermativa e negativa, a seconda della qualità del soggetto. Le differenti combinazioni di quantità e qualità individuano quattro tipologie di proposizione dichiarativa, indicate da parte dei logici medievali con quattro vocali convenzionali: universale affermativa (A), universale negativa (E), particolare affermativa (I), particolare negativa (O).