Gli ottomani rinunciano all’Ungheria dopo aver sperimentato che il suo re Mattia Corvino è imbattibile, ma finalmente piegano Stefano di Moldavia. Vengono intraprese guerre su nuovi fronti, ad esempio contro la Polonia e contro i mamelucchi di Egitto, che il sultano Bayazid II non riesce a piegare - rimediando anzi più di una sconfitta. Iniziano le tensioni con l’Iran sciita dei Safawidi. Venezia viene ripetutamente sconfitta e umiliata, e costretta a cedere tutti i territori in Albania e in Montenegro. Gli ottomani terrorizzano l’occidente con ripetute scorrerie, dall’Ungheria all’Austria, dalla Croazia al Veneto. Ma solo con il nuovo sultano Selim I riescono a riprendere l’espansione in grande stile. Selim sconfigge l’Iran nell’importante battaglia di Caldiran, che gli apre la strada per l’Asia orientale: come nel caso di Alessandro Magno, i suoi soldati si rifiuteranno di seguirlo in India, e in futuro gli ottomani non avranno più una simile occasione: Selim deve accontentarsi di alcuni territori nel Caucaso. L’impresa per la quale Selim I è maggiormente ricordato è la sottomissione della potente dinastia dei mamelucchi (prima in Siria, poi in Egitto), che restano al loro posto come vassalli. Selim I è il primo sultano che ottiene il titolo di Califfo, ovvero di protettore dei luoghi santi. L’impero ottomano sta diventando una formidabile potenza marittima nel Mediterraneo.