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"In punta di dita - Volontariati bellunesi" incontra la CONSULTA GIOVANI CADORE

Spesso, quando sentiamo parlare di consulte giovani, tendenzialmente pensiamo a iniziative culturali, sportive, formative o di intrattenimento, come rassegne o concerti. Ma quando in una consulta ci sono persone sensibili a temi come lo spopolamento, la poca rappresentanza politica locale, le diversità e la distanza tra le generazioni, la consulta può assumere un carattere peculiare più forte, anche di rilevanza sociale e amministrativa. Questo ruolo è stato assunto in modo molto naturale e graduale dalla Consulta Giovani del Cadore, nata da un'idea di Mattia Baldovin, 32enne di Domegge di Cadore che ha saputo raccogliere attorno a sé un gruppo di altri giovani con una sensibilità simile, per cercare di lavorare non solo a livello di intrattenimento e passatempo, ma anche nella costruzione di una coscienza civica e di un attivismo che possano tradursi in futuro anche in attivismo politico.

Citando un articolo uscito il 10 aprile 2021 di Irene Aliprandi sul Corriere delle Alpi sull'abbassamento del quorum al 40 per cento per le elezioni comunali dei paesi più piccoli, Voltago Agordino e Lozzo di Cadore sono senza sindaco da due anni; nel 2017 toccò perfino a un comune chiave come Pieve di Cadore, oltre a Cencenighe dove non si presentò nessuno come a Lozzo nel 2020; a Cibiana di Cadore capitò nel 2013, a Rivamonte nel 2011, a Gosaldo nel 2004, a Colle Santa Lucia nel 1999 e a Forno di Zoldo il commissario arrivò per ben tre volte. Sono solo alcuni dei casi di elezioni invalidate per il mancato raggiungimento del quorum, nel Bellunese, dove i piccoli comuni sono numerosi e gli iscritti all'Aire rappresentano fette importanti di elettorato.

Ma cosa c'entra il discorso elettorale con quello della consulta giovani? Sono temi che si intrecciano in modo molto forte? Sono due parti che si intrecciano: se non si costruisce un senso di responsabilità, una coscienza nelle nuove generazioni, dando loro segnali di vicinanza, comprensione e risposte alle loro istanze ed esigenze, non si potrà pretendere poi che in un secondo momento quegli stessi giovani, diventati adulti, abbiano un senso civico e un atteggiamento da cittadini riconoscenti verso la politica locale che li ha cresciuti e che dovrebbe dare loro il pretesto e la voglia di restare e fare qualcosa per il proprio territorio.

Io sono Francesca Valente e questa è la quinta puntata di "IN PUNTA DI DITA", podcast dedicato alle storie dei volontariati bellunesi.