Se siete fra quelle persone che hanno l'abitudine di guardare il telegiornale, o leggere le notizie del giorno, ricorderete quanto abbiamo sentito parlare di Amazzonia nell'ultimo anno e mezzo. Continua inesorabile, e verrebbe da dire incontrollato e incontrollabile, il processo di deforestazione spinta del polmone verde della terra, causato purtroppo anche da incendi dolosi, che nel solo 2020 avrebbe spazzato via un'area estesa almeno quanto il regno dei Paesi Bassi, ovvero pari a 41 mila km quadrati. La provincia di Belluno occupa una superficie di appena 3 mila 600 kmq.
L'Amazzonia è la più grande foresta pluviale del mondo ma è anche la dimora ancestrale di quasi un milione di indios divisi in circa 250 tribù, ognuna con la propria lingua, cultura e territorio.
Questa area geografica si trova in sud America e si colloca perlopiù in Brasile, il cui presidente Jair Bolsonaro è stato additato come principale responsabile di questo disastro ambientale, anche se giusto il 23 aprile avrebbe aperto all'ascolto anche delle popolazioni indigene, mirando a uno sviluppo sostenibile della nazione. Ma torniamo all'Amazzonia, che oltre al Brasile occupa porzioni di Perù, Colombia e piccole parti di Venezuela, Bolivia, Guyana, Suriname, Guyana ed Ecuador. Sapete dov'è, l'Ecuador? È seduto a cavalcioni sull'equatore, con le sue coste a mollo nell'oceano Pacifico meridionale. Cosa c'entra l'Ecuador con il volontariato bellunese, vi chiederete voi? Ebbene è proprio da qui, da questa perla verde incastonata tra Colombia e Perù, che parte oggi il nostro viaggio nel variegato quanto delicato mondo dei volontariati bellunesi.
Io sono Francesca Valente e oggi sono in compagnia di Bruno Selvestrel, vicepresidente bellunese di Nina Aps (https://www.ninaaps.com/), l'associazione protagonista della seconda puntata di "In punta di dita".