Una nuova generazione di professionisti “sovraistruiti” compone l’odierno mercato del lavoro italiano. La ricchezza prodotta dalle generazioni precedenti ha permesso ai giovani di studiare, di mettersi lauree e master in tasca, di ritardare la propria entrata nel mondo del lavoro. Tuttavia il mercato del lavoro dell’Italia contemporanea non è in grado di assorbire tutto questo personale “di qualità. E il risultato è che oggi molti devono scegliere: accontentarsi di lavori meno qualificati o emigrare all’estero; accettare contratti “a intermittenza” o esplorare nuove opportunità lontano da casa. Ma come genera ricchezza questa generazione? È in grado di creare risorse che ripaghino realmente il proprio investimento in istruzione? Produce davvero abbastanza valore per offrire ai propri figli quello che ha ricevuto dai propri genitori?