A cavallo degli anni Settanta e Ottanta un numero 10 divise il Paese: Evaristo Beccalossi fu angelo e demone, capace di doppiette decisive nel derby di Milano o di sbagliare due rigori in Coppa delle Coppe contro lo Slovan Bratislava. Fu una dei principali argomenti di dibattito ai tempi della gestione Bearzot della Nazionale, Gianni Brera lo soprannominò Dribblossi e fu uno dei calciatori più belli da vedere del calcio Italiano.
Con Alessandro Ruta, Paolo Valenti e Stefano Cocci, Il Cuoio racconta il talento, l'arte e la dannazione di Evaristo Beccalossi.
L'introduzione è tratta da Lode a Evaristo Beccalossi ed è narrata da Enrico Sarzanini.
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