Siamo tornati con una nuova “Pillola di letteratura giapponese” con NipPop! Oggi la nostra Paola Scrolavezza ci parlerà della raccolta di racconti “La donna che scriveva haiku e altre storie” di Matsumoto Seichō, pubblicato da Mondadori.
Si tratta di una serie di racconti, tradotti dall’inglese, scritti tra il 1959 e il 1965, appartenenti alla prima parte della produzione dell’autore. Sono ambientati nel Giappone del dopoguerra, tra gli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60, periodo che vede i primi segnali della fase del boom economico, e rivolgono una particolare attenzione agli emarginati, che a causa della costante pressione sociale verso il successo individuale, si spingono fino a compiere il fatidico gesto criminale.
Le storie, raccontate da voci diverse, sono legate da un unico filo conduttore: l’ossessione verso il delitto perfetto, ma alla ricerca di ciò, l’assassino rimane molto spesso vittima degli eventi per colpa di un dettaglio insignificante che si è lasciato sfuggire. I colpevoli sono spesso perseguitati delle proprie ossessioni, delle proprie paure, da un sistema che li spinge a dare sempre il meglio di sé. Sullo sfondo le trasformazioni di quartieri e città in continuo cambiamento che rappresentano una società in crescita in cui l’individuo rischia di rimanere schiacciato.
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