Eccoci con una nuova puntata delle "Pillole di letteratura giapponese" con NipPop!
La nostra Paola Scrolavezza oggi ci parla di "Maschere di donna", in giapponese “Onnamen”, di Enchi Fumiko, pubblicato in Italia nel 2001 da Marsilio nella traduzione di Graziana Canova Tura e con la bellissima prefazione di Maria Teresa Orsi.
Abbiamo spesso parlato di quest’autrice, una delle più grandi scrittrici del Novecento, e questo suo romanzo è forse la sua opera più famosa. Si tratta di un testo capace di intrattenere un rapporto stretto e profondo sia con l’epoca contemporanea, nel quale è ambientato, che con la tradizione e la letteratura classica, grazie ai continui riferimenti al "Genji monogatari" e al teatro nō.
Sono proprio le maschere di donna del teatro nō, il teatro classico per eccellenza, a dare il nome ai tre capitoli del romanzo e a guidarci nel flusso narrativo che segue in particolare l’evoluzione emotiva della protagonista Toganoo Mieko, profondamente legata a Rokujō, una delle figure femminili più amate e più celebri del "Genji monogatari".
Un personaggio che domina le pagine del romanzo così come domina ogni altro personaggio che ruota intorno alla sua storia. Una donna che si lascia guidare dal suo desiderio di vendetta e che racchiude dentro di sé una grande sofferenza, come fosse un segreto inconfessabile.
Un’opera che nonostante i suoi anni ha ancora tanto da dire e che conserva quindi una grande attualità. Enchi Fumiko va a toccare i nodi più profondi della vita delle donne, costrette al silenzio della società, senza la possibilità di esprimere il proprio malessere. Una storia toccante di relazioni, sentimenti, amore, gelosia, follia e sofferenza.
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