Oggi dalle 21 alle 22, l'associazione Canapa Sativa Italia (CSI) - la non profit italiana che raggruppa produttori, ricercatori (tra cui biotecnologi), trasformatori dal seme al prodotto finito ex L. 242/16 - presenta l'attivazione del primo di una serie di progetti e approfondimenti che ha commissionato e finanziato (anche con l'ausilio di sponsor tecnici) per contribuire alla ricerca sulla Cannabis Sativa L. con partner pubblici, in questo caso uno specifico ente sul territorio legato al Ministero della Salute.
Evaluation of cannabinoid stability: comparison between seed plants and clone plants in different Italian regions è un progetto avveniristico e mai avviato prima con questa scala, anche geografica, che #canapasativaitalia ha ideato e ha proposto all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno che ha accettato di condurre il progetto.
L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (con sede a Portici, NA) è un ente sanitario italiano, il primo ad aver incluso la Cannabis e i cannabinoidi tra le proprie attività istituzionali, oltre ad essere il primo IZS ad avere l’autorizzazione rilasciata dal Ministero della Salute per la coltivazione di Cannabis a thc non noto a fini sperimentali.
La ricerca di questo specifico comparto agro-farmaceutico e industriale in Italia, concentrata in origine presso il Centro Ricerca Agricoltura di Rovigo, ora si amplia e si dirama grazie l’IZSM e allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare Firenze (Ministero della Difesa) - unico responsabile della produzione di cannabis medica.
Il progetto avvenieristico - finanziato da CSI anche con l'aiuto di un partner tecnico (Advanced Nutrients) che ha partecipato in kind e con un indispensabile apporto monetario - mira a studiare l'influenza dell’ambiente sulla stabilità e diversi parametri produttivi di piante ottenute sia con semi (certificati) che con talee.
E mira a colmare un gap gravissimo: la ridotta presenza di dati e pubblicazioni scientifiche Italiane riguardanti la ricerca e l’agronomia sulla pianta di Cannabis. Le informazioni che disponiamo riguardano ricerche e statistiche che coinvolgono destinazioni d’uso differenti, come la fibra, il seme, la produzione di olio, mentre in altri paesi europei la ricerca - al di là dell'andamento legislativo - non si è mai interrotta.
400 piante ottenute da seme e 400 da cloni (talee) appartenenti alla stessa specie (di varietà certificate ed ammesse alla coltivazione secondo le leggi ed i regolamenti vigenti in materia) sono state distribuite insieme a terriccio, concimi specifici e vasi di tessuto a 12 aziende agricole italiane (tutte socie di CSI: esperti coltivatori i cui terreni si trovano sia a nord che al centro che al sud del paese) che impegnano gratuitamente i loro terreni e la forza lavoro.
Il numero di piante ammesse alla sperimentazione garantisce un’importante base statistica; la distribuzione geografica dell'esperimento garantisce uno studio esaustivo del comportamento delle stesse piante per areale e condizione geografica permettendo un'analisi ecotipica oltre che di stabilità varietale.
Il progetto di ricerca proposto si pone come obiettivo principale la valutazione della stabilità produttiva di cannabinoidi, sia in piante germinate (quindi provenienti da semi) che in piante derivanti da replicazioni agamiche (cloni di varietà certificate) tramite valutazioni analitiche effettuate su campioni a fine fioritura. Tale attività permetterà di valutare come l’ambiente incide sulla produzione di cannabinoidi della stessa varietà e della stessa pianta (cloni) oltre che permettere un confronto di stabilità tra le piante da seme e piante da clone. Le piante monoclonali derivano da un’unica pianta madre certificata e selezionata, proveniente dal circuito florovivaistico/ornamentale.
La sfida del progetto è rappresentata soprattutto dal lato computazionale: tanti sono i dati statistici su cui l’analisi verrà svolta a partire da un numero assai considere