In questo periodo si concretizza sempre più una visione del turismo molto differente che si basa su una divergenza forte tra luoghi instagrammabili ed overtourism e zone in cui la vera peculiarità sono le persone.Così le destinazioni cambiano modi per accogliere i turisti e persino modulano prezzi nel tentativo di trovare un equilibrio tra accoglienza e remunerazione delle spese sostenute (link: https://www.ttgitalia.com/hotel/come-cambia-il-long-haul-il-bilancio-degli-hotel-BH24890919) in una stagione di alti e bassi dove l'idea di sole, spiaggia e mare non basta più ci vogliono esperienze dove il fattore umano fa la differenza (link: https://www.raiplay.it/video/2025/09/Casa-Italia-del-18092025-11aca1c9-3087-404b-9297-dc55cb1d0ff0.html)Più si prende coscienza che le comunità sono fatte di persone che accolgono più si scoprono valori che si tramandano se le persone rimangono in quei luoghi e riescono ad avere servizi basilari e condivisibili con i turisti... Non basta avere un borgo da favola se anche l'ultima bottega alimentare chiude... Non basta avere un bel golfo da ammirare se poi non posso far sostare la macchina per il tempo corretto (link: https://www.avvenire.it/attualita/pagine/viaggio-a-collescipoli-dove-ha-chiuso-l-ultima-bottega)Se la vera svolta è tornare alle persone, allora bisogna ritornare ad essere "cittadini ospitali" in una forma di turismo che antropologico e non solamente economico: perché i residenti sono l'unica risorsa che non può essere delocalizzata o copiata... Pena il diventare un "non luogo"!#turismo #turismoesperienziale #turismoantropologico #overtourism #marketingterritoriale