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Stefano Bracci è un compositore di vasta, articolata e multiforme esperienza e, come tale, in grado di offrire al microfono di IMD RADIO una testimonianza “ad ampio spettro” sulla contemporaneità musicale. Romano, allievo di grandi punti di riferimento quali Guaccero, Bortolotti e Nottoli - oltre che Paris e Ferrara per la direzione d’orchestra - ma anche Bussotti e Sciarrino nel perfezionamento, può dire di avere vissuto a 360° l’incontro e il confronto (ma non lo scontro) con quella “grande avanguardia” italiana storica in quel momento storico per l’arte e la musica d’oggi italiana che furono i primi anni ’80, un periodo che per molti rappresentò il “momento delle scelte”, ovvero ”da che parte stare”; ammesso che una scelta vi potesse essere in quella particolare temperie culturale. Il particolare percorso di Stefano Bracci verso la personale definizione del proprio percorso artistico e compositivo lo ha poi portato a contatto e in rapporti di collaborazione anche con ulteriori grandi nomi: Carpitella e Pirrotta, in un contesto universitario prima che il Conservatorio diventasse esso stesso una Università come oggi lo conosciamo. Tutto ciò ha determinato per il nostro ospite la possibilità di applicare e trasferire conoscenze e una coscienza molto approfondita delle problematiche compositive della musica d’oggi in ambito didattico soprattutto nel periodo a cavallo della riforma dei Conservatori il che gli permette, oggi, un punto di vista particolarmente approfondito, quasi privilegiato, su una questione riguardo la quale si dibatterà sicuramente ancora per anni. Non solo questo, però, nella carriera di Stefano Bracci che ci parla anche della sua attività direttoriale e di operatore musicale sempre votata alla diffusione della “nuova musica”. Infine, una disamina quanto più analitica possibile del suo universo compositivo alla base del quale sta un lavoro di ricerca intorno ai linguaggi musicali che si interfaccia con lo studio sulla valenza comunicazionale della musica e gli aspetti psicologici e cognitivi del fenomeno artistico in generale che lui stesso definisce: “La mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso... soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio". Una citazione da Italo Calvino (di cui abbiamo da poco festeggiato il centenario) e quindi “la leggerezza come valore anziché difetto” e soprattutto come reazione ai “furori strutturalisti” della scuola di Darmstadt ovvero la creatività compositiva come “processo graduale” che determina la forma collegata al “valore comunicazionale” del fenomeno musicale come un parametro di referenzialità dell’opera da cui scaturisce il concetto di “ricordo codificato entro un contesto musicale”. Concetti complessi ed interconnesi che la conversazione affronta e intende spiegare collegando i quattro ascolti prescelti che, non a caso, anticipano l’uscita del primo album dedicato a Stefano Bracci per IMD MUSIC & WEB dal significativo titolo: “In itinere”. Nell’ordine si ascoltano, quindi: "Eos", per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte (dal vivo presso Auditorium del Conservatorio di Perugia con l’Ensemble "Artisanat furieux" diretto da Tonino Battista), "Fuori e dentro lo strampalato albergo", per voce sola su testo di Mario Luzi (soprano: Emanuela Barazia), "Sentirò il canto", per voce e orchestra d'archi, su testo di Roberto Micalella (dal vivo, presso Auditorium del Conservatorio di Perugia con l’Orchestra del Conservatorio di Perugia diretta da Edgar Alandia e la partecipazione del soprano Cinzia Alessandroni) ed infine "... e io", dalla poesia "Eco" di Francesco Bertoldi, elettroacustica e voce (voce: Daniele Bracci).