Azienda storica in pieno rinnovamento ma storica di 400 anni a Margaux. Viticoltura seria solo nel 1600 infatti, prima di allora erano solo basi militari con un poco di agricoltura.
Second cru nel 1855, all’epoca quindi importantissimo dal punto di vista qualitativo ma era molto piccola.
Margaux la più estesa del Medoc e quella con più Grand Cru, solo un Premiere ma ben 5 secondi e 10 terzi. Era l più vicina a bordeaux e forse era quello il motivo ma oggi la qualità non è in discussione. Sono 5 comuni sotto il più famoso Margaux. Oggi Lascombes è uno dei più grandi, 115 ettari di vigna . Come spesso succede a Margaux è molto frammentata, con corpi aziendale staccato dai vigneti e lo stesso vale per Lascombes. Nucleo importante è quello che già aveva nel 1855, subito a nord dal paese, su una delle più importanti terrazze di ciottoli alluvionali. Su terrazza importante di Lascombes c’è proprio Chateau Margaux… 58 ettari a cab sauv e 57 a merlot, argilla è più a nord con ovviamente merlot piantato sopra. In ogni caso merlot alle percentuali più elevate in zona. Poco Petit verdot 7-8% e poi Cabernet franc ora solo 1% ma fino agli anni 90 era molto più presente. Ma in realtà ha comportamento molto erratico a seconda delle annate. Lo ha sempre penalizzato nel Medoc il fatto che sui terreni migliori c’è sempre il sauvignon e pochi vogliono cambiare.
Lascombes 2022
Annata di transizione, legame più forte con zona più storica, 52 parcelle , annata eccezionale non solo “grande” (come la 2010) , ovvero non solo quello che mi aspetto al suo massimo ma annata anche un poco atipica, che va oltre il canone stilistico che ci si aspetta. La 2022 è stata calda e siccitosa, tutto il contrario della piovosa bordeaux dove si sceglievano terreni più drenanti e sesti d’impianto stretti per massimizzare maturazione. Se clima diventa mediterraneo siccità può creare problemi ma il 2022 ha avuto piogge a salvare. Vino concentrato e maturo, ricco e opulento, mediterraneo in certi tratti , opulenza e untuosità ma vena acida e tesa perfettamente bordolese, vivacità strutturale anche se estroverso. Tutto terreno ciottoloso e molto più Cabernet delle altre annate, 2/3 in questo caso. Ferro, rose, menta, balsamico, con petit verdot duro e ficcante, tannico, speziato che influenza nel taglio in maniera non banale (mai più dell’8%).
Tanta concentrazione, impatto tannico che Axel intende ridurre, nel lungo termine ovvero 15-20 anni, tanto balsamico , ferro, caramello leggero, prugne, mirtillo, ribes nero, cassis. La zona dovrebbe dare vini più lievi e delicati e cercheremo di farlo, dice Heinz. 93