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Description

Il settimo giorno di Navaratri è dedicato alla forma più terribile di Durga: Kalaratri.

Ci siamo lasciate/i ieri con la Dea Katyayani e l’esercizio della rabbia come momento evolutivo.

Oggi quindi ci confrontiamo con la capacità e la forza di andare oltre le convenzioni quando è necessario.

Kalaratri ha la pelle scura come la notte, I suoi grandi occhi sono rossi, la lingua rossa è esposta come in una smorfia  e in una mano porta la falce per uccidere demoni e mostri.

Essa cavalca un asino, e nelle altre mani tiene un chiodo che ci inchioda con violenza alla verità, mentre le altre mani sono nell'atteggiamento di Abhaya Mudra il gesto che scaccia la paura e Varada mudra, per benedire e proteggere i devoti che non la temono.

Kala significa tempo e Ratri notte, la Dea esprime un’energia apparentemente distruttiva, è intensa, fa paura, ma in realtà l’apparenza terrifica della Dea esprime semplicemente la sua potenza verso la direzione che le è propria: combattere contro i demoni dell’ignoranza, dell’ingiustizia, del conformismo e della falsità.

Kalaratri incarna il coraggio di sfidare le convenzioni, di essere noi stesse/i senza il timore di risultare scomode/i. Tutti quei momenti di rottura che non sono mai del tutto negativi perché possono far spazio ad una versione rinnovata di noi o delle cose.

Per questo motivo possiamo affermare che lei sia una Dea della trasformazione e che rappresenti la ciclicità dell’esperienza di vita.

Se questa Dea ti affascina (di solito è così) puoi approfondire il suo mito ed il suo messaggio ascoltando il podcast.

Come sempre ho inserito una piccola pratica dedicata alla Dea.

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