Il gatto… un animale talmente bello e magico da meritare a pieno titolo un asana tutto suo e da essere addirittura la cavalcatura di una Dea!
Chi mi conosce sa che sono un’indefessa gattara e prima o poi questo momento doveva arrivare!
Io ho quattro gatti e ne ho avuti molti di più nella mia vita. Quasi tutti randagini che mi hanno letteralmente “trovata” in momenti cruciali della mia vita. Alcuni si ammalano quando io mi ammalo con gli stessi sintomi, altri fluttuano insieme alle mie emozioni.
Insomma, chi conosce bene i gatti sa che hanno un qualcosa di magico, un’innata capacità di raggiungerci, di trovarci. Un compito speciale da portare avanti quando ci scelgono.
Nella loro apparente tenerezza però, i gatti sono animali ambivalenti: dentro di sé portano la dolcezza del micino e la ferocia della tigre.
Essi si muovono leggeri e presenti nella nostra quotidianità, ma portando con sé altri mondi a noi imperscrutabili.
Per questo motivo hanno ispirato storicamente proiezioni sia positive sia negative.
Nell’antico Egitto, il gatto era il favorito della Dea Bastet e Iside.
Era prevista la pena di morte per chiunque togliesse la vita a un gatto.
I gatti venivano addirittura imbalsamati per godere della vita eterna presso la loro protettrice, Bastet.
Il legame tra le divinità femminili ed i gatti ha avuto ripercussioni sociali ben oltre la fine del mondo egizio.
Con il Cristianesimo, i culti pagani non smisero di essere praticati, soprattutto dalle donne e quindi osteggiati insieme ai loro simboli.
Fu così che nacque il legame strega-gatto. Tra le varie caratteristiche di una strega vi era infatti quella di prendersi cura di uno o più gatti.
Molte divinità femminili sono in qualche modo associate ai gatti.
In India troviamo una Dea poco conosciuta, ma molto amata: è la Dea Shasti.
Sempre rappresentata con il suo Vāhana (letteralmente ciò che porta, ciò che spinge), insomma il veicolo della divinità: un grosso gatto.
Dea protettrice delle nascite e dei bambini, era in origine rappresentata con il volto da gatto.
Lei viene comunemente adorata il sesto giorno dopo la nascita di un bambino per propiziarne la salute.
Oggi ti introdurrò alla sua storia e alla simbologia di Marjari asana, la posizione del gatto.
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