La “littorina” in quel sabato 17 novembre 1951 accoglieva a bordo umili persone, ciascuna con il proprio vissuto e con le proprie speranze, salite lungo il percorso nelle varie stazioncine e caselli: Mileto, San Costantino Calabro, Ionadi-Cessaniti, Vena, Longobardi-Sant’Onofrio, Vibo Valentia, Pizzo. Erano operai delle industrie di Vibo Marina (Cementeria, Pastificio Gargiulo, Agip), carabinieri, insegnanti e una mamma, Clementina.
Quel “piccolo bus su rotaie” con a bordo tanti passeggeri, capotreno e macchinista sarebbe dovuto arrivare all’alba al porto di Vibo Marina, prima dell’apertura delle fabbriche o in tempo per la coincidenza con i grandi treni elettrici delle Ferrovie dello Stato, che collegano Vibo con Reggio Calabria e Napoli. Quel trenino, però, a Vibo Marina non vi arrivò mai.