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Il podcast "Testimoni della Storia" ha ottenuto il patrocinio dello Stato Maggiore della Difesa, con l'autorizzazione all'utilizzo del logo.

I partecipanti all'iniziativa esprimono il loro ringraziamento a SMD per aver compreso lo spirito di questo progetto.


Alla data dell’8 settembre 1943 il Generale di Brigata Filippo Crimi era ancora ufficialmente il Comandante della Zona Regia Guardia di Finanza di Napoli.
Qualche giorno prima della proclamazione alla Nazione della firma dell’armistizio, egli si trovava a Roma in licenza, avendo lasciato la famiglia vivere nella Capitale. Lo sbarco degli Alleati a Salerno e la conseguente reazione da parte delle truppe tedesche non gli consentirono di tornare in Campania, ragion per cui, anziché darsi allo sbando come fecero in tanti (ovvero fuggire verso Brindisi), Filippo Crimi si presentò in Via Sicilia, allora sede del Comando Generale del Corpo, in attesa di ordini riguardo al suo immediato impiego. Con l’occupazione della Capitale da parte dei tedeschi e l’attribuzione alla medesima del ruolo di “Città Aperta”, al Comando del Generale Calvi di Bergolo, il Generale Crimi assunse, a far data dal 1° di ottobre, il Comando di tutta la Regia Guardia di Finanza nell’ambito del Comando unificato delle “Forze di Polizia di Roma Città Aperta”, in quel frangente retto dal Generale Riccardo Maraffa. Sin da subito apparve chiaro al nostro protagonista quale sarebbe stata la sorte dei suoi militari, gran parte dei quali rimasti ad operare sia a Roma che nelle altre località del Lazio, qualora si fossero rifiutati di obbedire alle assurde pretese dei nazi-fascisti, i quali avrebbero voluto sfruttare – come ahimè fecero talvolta - le Forze di Polizia italiane (Guardie di Pubblica Sicurezza, Polizia dell’Africa Italiana e Guardia di Finanza) nelle purtroppo frequentissime operazioni di rastrellamento di mano d’opera da inviare in Germania, così come nella cattura dei partigiani e dei renitenti alla leva. Pur essendo obbligata ad operare anche sotto l’occupante, così come prevedeva la Convenzione di Ginevra, la Guardia di Finanza non si sarebbe prestata supinamente alle loro nefandezze. Per tale motivo nacque nel Crimi l’idea di affiancare l’attività operativa in senso stretto con quella patriottica. Aderendo sin da subito al Fronte Militare Clandestino di Resistenza, capeggiato a Roma dal Colonnello del Regio Esercito Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, il Generale Crimi assunse poi, per ordine del Comando Supremo di Brindisi, il Comando operativo di tutta la Guardia di Finanza operante nel Lazio.

Ciò consentì all’ufficiale siciliano di dar vita alla gloriosa banda partigiana “Fiamme Gialle”, alla quale invitò ad aderire tutti coloro che desideravano combattere realmente – e non certo solo a parole – gli odiati nazi-fascisti.

Grazie ai suoi membri non pochi furono gli ebrei, i soldati sbandati, i destinati al lavoro coatto e i renitenti alla leva Repubblichina salvati dalla cattura, molti dei quali ospitati nelle stesse caserme o abitazioni private dei Finanzieri, ovvero fatti fuggire presso la Stazione Tiburtina. L’opera del Generale Crimi fu riconosciuta meritevole della “Promozione straordinaria al grado di Generale di Divisione per Merito di Guerra”, proprio a seguito della sua attività partigiana.

Testo e voce a cura di Gerardo Severino. Produzione Flavio Carbone.
La prossima puntata è dedicata alla figura di Don Gioacchino Rey a cura di Vincenzo Grienti. 

“Testimoni della Storia” è una iniziativa che vede la partnership di giornidistoria.net e storiadeicarabinieri – il podcast (⁠⁠qui tutti i contatti⁠⁠), insieme ad alcuni volontari che hanno aderito al progetto. La ⁠⁠Società Italiana di Storia Militare – SISM⁠⁠ e l’⁠⁠Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione– ANRP⁠⁠ hanno concesso il proprio patrocinio.

Credits per la musica: ⁠⁠The Descent di Kevin MacLeod⁠⁠ (CC BY 4.0) e Price of freedom di ⁠⁠Daddy_s_Music⁠⁠ from ⁠⁠Pixabay⁠⁠.