Come risultato delle riunioni non-stop tenute a Ginevra tra la delegazione americana guidata da Marco Rubio e quella ucraina, il piano americano originario tanto insultato dai guerrafondai nostrani è stato ridotto da 28 a 19 punti.
Ma più che un vero piano sembra semplicemente un’operazione di sabotaggio alle trattative, visto che sono stati “messi tra parentesi” i punti cruciali di possibile accordo, tra cui l’entrata dell’Ucraina nella NATO, le questioni territoriali, e l’inizio della tregua.
In ogni caso, la base sulla quale il nuovo documento è stato stilato resta quello statunitense e non la versione europea, destinato a rimanere lettera morta: tanto che a BRUXELLES cresce il timore di essere completamente esclusi da qualsiasi decisione, e che questo canale diretto tra Washington e Kiev, oltre che quello tra Washington e Mosca, lì condannerà definitivamente a prenderlo figurativamente nelle terga.
Gianandrea Gaiani, nell’intervista che vedrete tra pochissimo,ha poi sollevato un altro aspetto MOLTO interessante:
I militari sono gli unici ad avere un quadro realistico di come stanno andando le cose al fronte, dove la Russia continua ad avanzare, le reclute scappano dai centri di addestramento, e la linea di difesa è vicina al collasso.
Pertanto, se i negoziatori di Kiev per salvarsi la poltrona e salvaguardare interessi opposti a quelli del paese rimanderanno ancora il momento della fine dei combattimenti, ci potrebbe essere il rischio di un golpe militare contro i WC d’oro di Zelensky e compagni.
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