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Quando eravamo bambini, osservando gli adulti, forse ci siamo già chiesti, se un giorno saremmo stati capaci anche noi di fare le stesse cose.

Magari osservavamo qualcuno, con delle abilità particolari, e restavamo affascinati. E nello stesso tempo pensavamo: io non ci riuscirò mai! Ma ci sarebbe piaciuto imitarli. 

Io ero incantato, per esempio, nel vedere un mio zio che tornava dal bosco con un banale pezzo di legno insignificante in mano, e col sorriso sul volto. In quel legno lui vedeva una figura, un animale, o un uomo, una donna.

E mesi dopo, grazie al suo paziente lavoro di intaglio nel tempo libero era visibile a tutti. Da un ramo rozzo ne ricavava una meravigliosa figura. Tra l’altro, questa è l’opera che Dio compie in ogni suo figlio, trasformandoci sempre di più all’immagine di Gesù. 

Non tutti siamo portati o dobbiamo praticare le stesse arti o dedicarci allo stesso tipo di lavoro. Ma forse, anche tu, in altri ambiti nella tua vita ti sei già chiesto: ci riuscirò?

Sarò in grado? Forse davanti a un nuovo lavoro, una nuova formazione, o anche una nuova situazione familiare.  

 

Anche nelle discipline cristiane, molte volte siamo convinti di non essere all’altezza in alcune cose.  

Possiamo, per esempio, non sentirci in grado di testimoniare la nostra fede, di pregare, come vorremmo, di comprendere la Bibbia quando la leggiamo. 

Di recente ho sentito qualcuno affermare che non è bene leggere la Bibbia da soli, perché non siamo in grado di capirla. “È come dare nelle mani di un ragazzo un testo di giurisprudenza”, affermava. 

Ma è davvero così? Oppure alcuni cercano di scoraggiare e impedire la lettura di questo libro, oggi accessibile a tutti, per altri motivi? Forse perché potremmo scoprire qualcosa che rivoluzionerebbe il nostro credo e la nostra vita? 

Persino i discepoli di Gesù erano tormentati da dubbi simili. 

Nel capitolo 16 del Vangelo di Giovanni 16 li troviamo tristi, abbattuti e smarriti proprio per questo motivo.  

Gesù aveva appena detto loro che se ne sarebbe andato.  E loro erano tristi. Gli dissero: "Signore, possiamo venire anche noi?” Gesù dice: “Non è possibile, ma la via la conoscete…” E loro: "Signore, ma siamo tristi, che sarà di noi? Come faremo? Mostraci la via!”

Gesù era stato per tre anni il loro maestro a tempo pieno.  Aveva insegnato loro la Parola di Dio, risposto alle loro domande. Li aveva protetti dalle menzogne, ma ora era giunto il momento di partire, e il loro cuore era turbato.

“Siamo smarriti senza di te, come potremo conoscere la volontà di Dio? Non siamo in grado. Non siamo pronti per vivere senza di te!”

Gesù ha risposto ai suoi discepoli. La sua risposta doveva incoraggiarli ed è di incoraggiamento anche per noi oggi. Leggiamola insieme in Giovanni 16,13 e cerchiamo di cogliere l’insegnamento e l’incoraggiamento che Gesù intende dare ai discepoli. 

Giovanni 16,13 

“Quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire.”

Io non sarò più qui in carne ed ossa, ma tu ce la farai. Anche tu puoi.