Tempo fa un uomo, che abitava nel quartiere dove predicavo, mi fermò e incuriosito mi disse: Sai una cosa? Io osservo e domenica per domenica vedo le persone che escono dalla vostra chiesa. Di solito chi esce dalla chiesa ha il viso cupo e l’aria appesantita. Da voi, invece, la gente esce con aria soddisfatta, in pace, felice”.
Non so tu che sei qui oggi, ti senti così come il mio vecchio vicino aveva percepito. Forse non ti sei mai preoccupato dell’impressione che lasci agli altri di te stesso, oppure non ti sei mai accorto di lasciare una simile impressione di te.
Una cosa è certa, (e questo spiegai poi anche a quel signore, che era una persona molto gentile), che anche chi va a casa la domenica uscendo dalla nostra assemblea, che è chiesa, può portare con sé anche dei pesi che altri non vedono.
Da un lato l’effetto della parola di Dio, della parola della grazia che ci avvicina al Signore, si nota, e d’altra parte, forse attraversiamo periodi difficili, ma il Signore è con noi.
Anche se non ci si accorge, sul viso si nota la differenza tra un’ora vissuta alla presenza di Dio e un’ora passata altrove.
Gli altri lo notano, anche quando la vita non ci risparmia le stesse difficoltà che attraversano tutti gli esseri umani. Perché “Dio fa splendere il sole sui giusti e sugli ingiusti, e fa piovere su chi lo teme e chi non lo conosce”.
Anche i cristiani portano dei pesi. Alcuni sono pesi quotidiani, che portiamo in silenzio, che soltanto chi ci conosce da vicino sa.
A volte può trattarsi di situazioni difficili che emergono all’improvviso, imprevisti, situazioni gravi, acute. Cose non avevamo calcolato o potuto prevedere. Pesi talmente grandi impossibili da portare tutti i giorni, che ci distruggerebbero se il loro tempo non fosse limitato. Pesi di cui la Parola dice: “Dio non ci lascia provare al di là delle nostre forze!”
Ma dove c’è un inizio, e anche una fine!
Il tema di questa mattina è: Va tutto bene. È una frase che è difficile da pronunciare con tutto il cuore, senza mentire.
Anche se ad altri può sembrare così. Accade solo in certi film – uno viene trasportato mezzo morto in ospedale dopo un grave incidente, è spaventato e preoccupato – e l’eroe del film lo rassicura dicendogli: “va tutto bene!”.
Nel testo biblico a pronunciare questa frase, che non si nota leggendo a prima vista nella traduzione in italiano, perché non è tradotta così, è una persona in grave difficoltà.
Ascoltiamo, e vedremo dove e perché.
Ritorniamo a Sunem, dove abbiamo lasciato tempo fa la donna ricca detta Sunamita. La ricordate?
La signora che aveva fatto costruire una camera in casa sua per ospitare il profeta Eliseo durante i suoi viaggi. Quando Eliseo le aveva annunciato, che l’anno successivo avrebbe avuto un figlio, lei gli aveva detto: “non mi ingannare”. Il figlio era nato davvero. Diventato grandicello muore. È un momento di prova acuta.
Leggiamo da: 2Re 17 – 27.