Immanuel Kant nasce a Konigsberg, che era la capitale della Prussia orientale, nel 1724. Muore, sempre a Konigsberg, nel 1804. In collegio riceve un’educazione religiosa per poi iscriversi all’università dove intraprende gli studi classici, interessandosi anche alla fisica di Newton. Diventa insegnante in alcune case nobiliari e poi in università, spaziando fra molte discipline fra le quali filosofia, fisica, metafisica, matematica e logica. Kant ha una vita monotona, non partecipa alla politica, nemmeno alla vita diplomatica e non viaggia ma in gioventù frequenta teatri e salotti prestigiosi. Non si sposa neanche, alcuni dicono per via del suo aspetto fisico visto che è gracile e con la gobba ma secondo me è perché è una persona noiosa. Immanuel è sempre puntuale, con delle routine alle quali non trasgredisce mai, forse perché la sua mamma era una seguace del pietismo, che è una corrente del protestantesimo, e prevede una vita pia e intransigente, sempre rigorosa dal punto di vista morale. La sua opera più famosa è “Critica della ragion pura” nella quale si critica la pretesa della ragione di arrivare alla conoscenza attraverso teorie senza passare per l’esperienza diretta. Vive un’esistenza improntata sull’attività intellettuale e ad interrogarsi su come funziona la mente per capire cosa è giusto o sbagliato. Secondo Kant per essere davvero felice non si possono compiere ingiustizie, lui crede anche che la giustizia sia dentro ogni individuo e ognuno la sente dentro di sé. Per lui la legge morale è dentro ogni persona ma cos’è la legge morale? È innata, nasce con noi e non la apprendiamo crescendo; ogni essere razionale ce l’ha perché sente il dovere e la necessità di scegliere il bene e il vero. Per Kant ognuno sa nel profondo di se stesso cosa è il bene, per lui fare il bene è seguire la propria legge interiore. E voi ascoltatori, avete mai sentito la vostra voce interiore? E l’avete ascoltata oppure avete fatto finta di niente? Io l’ho sentita qualche volta ma l’ho anche ignorata perché il giusto non è sempre la cosa più comoda! Però a volte ho avuto la sensazione di aver fatto la cosa giusta, voi avete mai avuto quella sensazione?
A volte mi chiedo cosa accadrebbe se tutti si comportassero come me… e non mi rispondo perché mi rendo conto di non essere sempre nel bene…e se tutti si comportassero come te, singolo ascoltatore?
Comunque, andando avanti a parlare di Kant possiamo dire che oltre alla morale si è occupato anche del problema della conoscenza cioè cosa possiamo conoscere della realtà. Secondo lui è come se avessimo un filtro davanti agli occhi, il filtro del nostro punto di vista. Chiaramente ogni persona ha il filtro del proprio punto di vista quindi cosa è vero? La chiave di risposta è che nessuno ha la verità assoluta perché osserviamo e memorizziamo ma poi interpretiamo con il nostro punto di vista, non vediamo le cose come sono ma come siamo! Questa è una rivoluzione nella soluzione dei problemi ed è anche quello che mi dicono i miei genitori “siamo responsabili di ciò che diciamo non di quello che capisci tu”… Per Kant ci sono tre facoltà conoscitive principali cioè la sensibilità che è la facoltà per la quale usiamo i sensi, l’intelletto che è la facoltà per la quale pensiamo e la ragione che è quella con cui cerchiamo di spiegare la realtà.
Ma per ora mi limito a provare a conoscere la verità cercando di usare i filtri degli altri…ci proverete anche voi?
Alla prossima puntata, miei cari ascoltatori!