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Sono passati più di 10 anni da quando la SEC - Securities and Exchange Commission, il regolatore dei mercati finanziari Usa - ha ricevuto la prima richiesta di approvazione di un ETF spot su Bitcoin. Era il luglio del 2013 e la domanda arrivava dai gemelli Winklevoss.

Da allora le peripezie del primo prodotto finanziario in terra statunitense che offrisse un’esposizione diretta al prezzo di bitcoin sono state innumerevoli. Dalla vicenda Grayscale, che più volte ha provato a convertire il proprio trust (GBTC) in un ETF, arrivando persino a battere in tribunale la SEC, fino all’affondo di BlackRock (IBIT), l’idea di poter comprare prodotti legati al prezzo spot di bitcoin a Wall Street si è via via sempre più intensificata.

Fino a mercoledì 10 gennaio 2024, giorno in cui la SEC ha dato ufficialmente il via libera a 11 ETF spot su Bitcoin. Come riportato da Atlas21, che ha analizzato le diverse caratteristiche di tutti i prodotti, tra i gestori figurano proprio BlackRock e Fidelity, due tra i più grandi asset manager al mondo.

Cosa succederà ora? Qualcuno teme che lo zampino della grande finanza possa compromettere Bitcoin, altri ne vedono i lati positivi, in particolare dal punto di vista dell’attrattività dell’asset. Ciò che è certo è che non si smetterà di parlare di adozione istituzionale.



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