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Il documento esamina la vicenda della giudice Susanna Zanda del Tribunale di Firenze, assolta in Cassazione dopo un lungo procedimento disciplinare avviato per le sue sentenze e dichiarazioni pubbliche critiche verso le principali misure emergenziali adottate durante la pandemia di Sars-Covid-19, come il Green Pass e gli obblighi vaccinali. L'analisi si concentra sulla tensione tra le libertà individuali e le prerogative dello Stato, interpretando le azioni della giudice alla luce del principio di "disubbidienza doverosa" nei confronti di norme ritenute lesive dei diritti fondamentali. Inoltre, il testo mette in relazione il caso Zanda con la giurisprudenza della CEDU (Corte europea dei diritti dell'uomo), evidenziando come la tutela della libertà di espressione dei magistrati e la verifica della proporzionalità delle misure emergenziali siano pilastri dello stato di diritto anche in periodi di crisi. L'assoluzione finale è vista come una riaffermazione dell'indipendenza giudiziaria e del ruolo del magistrato come garante ultimo dei diritti costituzionali.