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Immagina di dover costruire una casa senza un progetto. Hai i mattoni, il cemento, gli attrezzi… ma senza una guida chiara, rischi di alzare muri storti e di ritrovarti con una struttura che non regge. Parlare in pubblico è la stessa cosa: senza un metodo, il tuo discorso potrebbe crollare prima ancora di arrivare alla fine.
Ma qual è il giusto metodo? Deve poggiarsi su tre pilastri fondamentali.
Il primo è il pubblico. A chi ti rivolgi? Parlare a una platea di esperti o a un gruppo di principianti cambia tutto. Devi conoscere chi hai davanti, capire cosa si aspettano, cosa li motiva, cosa li annoia. Un discorso che non tiene conto del pubblico è come una chiave che non entra nella serratura: semplicemente, non apre nessuna porta.
Il secondo pilastro è l’obiettivo. Cosa vuoi ottenere? Vuoi informare, ispirare, convincere? Parlare senza un obiettivo è come partire per un viaggio senza sapere dove andare: rischi di girare in tondo senza arrivare mai da nessuna parte.
E infine, la tesi. Qual è l’idea centrale che vuoi lasciare impressa nelle menti di chi ti ascolta? Deve essere chiara, solida, memorabile. La tua tesi è la stella polare che guida tutto il discorso: senza di essa, rischi di perdere la rotta e di confondere chi ti ascolta.
Public speaking non è improvvisazione pura, è costruzione. Se analizzi il pubblico, definisci l’obiettivo e costruisci una tesi forte, il tuo discorso sarà una casa solida, capace di accogliere chi ascolta e di lasciare un segno. E quando il pubblico uscirà dalla stanza, non si porterà via solo le tue parole, ma un’idea che continuerà a vivere dentro di loro.