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Care amiche e care amici, questa mattina a Controradio abbiamo parlato di Covid-19 e di elezioni americane. Qui trovate il podcast della trasmissione che potete ascoltare, scaricare e commentare.

Le elezioni americaneLe ultime notizie dicono che Joe Biden e Kamala Harris sono a un passo dalla vittoria. All’appello mancano ancora alcuni Stati e ci vorrà tempo per il conteggio del voto postale. Se questo andamento fosse confermato, sarebbe una buona notizia per tutto il mondo. Ma non illudiamoci. Sul terreno rimangono i danni causati dai quattro anni di presidenza Trump: le politiche truci contro gli immigrati, la riduzione delle tasse ai ricchi, le tensioni create sullo scenario mondiale, i dazi contro l’Europa, lo smantellamento delle politiche ambientali e sanitarie. In ogni caso le elezioni americane sono anche una vittoria della democrazia, con oltre 160 milioni di cittadini che hanno votato. Infine una piccola nota: Il PD è nato nel 2007 facendo esplicito riferimento agli ideali, ai programmi e all’organizzazione del Partito Democratico degli USA. Anche i problemi dei due partiti, oggi, sembrano per certi aspetti simili: per ritrovare l’anima e la forza devono riconquistare il mondo del lavoro e farsi attraversare anche dalle contraddizioni insite nella vita e nella cultura dei ceti popolari.

La lotta al Covid-19Finalmente il nostro Paese si è dotato di un sistema razionale che, se verrà fatto funzionare e se verrà applicato, potrà garantire di contrastare efficacemente la diffusione del virus. Il ritardo c’è, perché i criteri e i provvedimenti per ridurre il contagio potevano essere individuati già a settembre ed evitare tante polemiche e tanta perdita di tempo. Non a caso, il governatore della Lombardia, Fontana, che prima chiedeva di intervenire con mano forte, si ribella e non vuole applicarlo proprio perché la sua Regione viene sottoposta alle restrizioni più pesanti. È un atteggiamento da cialtroni che spiega forse anche il disastro che in quella regione si è avuto con la prima ondata. Come da cialtroni, è bene ricordarlo, è stato l’atteggiamento di certa destra con in testa Salvini che ha negato l’esistenza di una seconda ondata e che anche ora farnetica di attacco alla libertà da parte del governo. Adesso, mi auguro che non si parli più di vaccino a dicembre per imbonire e tranquillizzare. Si può prospettare invece una fase non breve, altalenante, tra restrizioni più o meno forti e allentamenti, a seconda dello sviluppo del contagio. Si può e si deve prevedere anche una terza ondata, quella invernale, e prepararsi meglio di quanto non si sia fatto finora.

A presto,Enrico Rossi



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