Care amiche e cari amici,torno ancora una volta sulla questione dei vaccini e dei brevetti perché è un tema cruciale per il futuro dell’umanità. Ancora oggi si sta facendo troppo poco sulla tutela della salute a livello globale, basti pensare che nei Paesi a basso reddito non è stato vaccinato nemmeno il 2% della popolazione.
Sembra una questione lontana ma non lo è: finché il virus circolerà, continuerà a mutare e quindi a uccidere. Nei Paesi poveri come in quelli ricchi.
Dopo i pronunciamenti di Biden è necessario che l’Europa prenda posizione in maniera chiara e netta. Lo ha fatto il Parlamento europeo ma non l’hanno fatto i capi di Stato. A distanza di oltre un anno dall’inizio della pandemia, perdura una sensazione di impreparazione di fronte a questa vicenda da parte dell’OMS, del WTO, delle Nazioni unite e soprattutto dell’Europa e degli Stati nazionali. Le pandemie – non sono io a dirlo – saranno il problema del futuro. Ci si prepari a gestirle in modo differente, con un governo mondiale della sanità. Perché le risposte dovranno essere le più tempestive possibili.
Questa mattina ne abbiamo parlato con Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri di Milano. Garattini da oltre un anno chiede che i vaccini siano prodotti su ampia scala così da soddisfare la domanda globale. Tradotto: ricorrere a meccanismi di sospensione brevettuale e controllare i prezzi per impedire che l’esclusività della proprietà intellettuale ostacoli l’accesso ai vaccini. Vi invito ad ascoltare il podcast e a condividerlo.
Garattini anche questa mattina è stato molto chiaro e netto, vi consiglio di leggere (o di ascoltare) alcuni passaggi del suo discorso:
«È necessario vaccinare tutto il mondo e vaccinarlo il più presto possibile. Perché viviamo in un’epoca di globalizzazione e quindi come viaggiano le persone e le merci, viaggiano anche i batteri e i virus».
«Questo virus in particolare ha la capacità di mutare abbastanza rapidamente: sono già avvenute parecchie migliaia di mutazioni e quindi il virus potrebbe ritornare da noi ma non nella forma che avevamo quando è stato stabilito il vaccino bensì in altre forme e non essere più sensibile a vaccino. Questo è un grande pericolo che viviamo e per questa ragione dobbiamo fare il più presto possibile».
«Non si tratta, come molti pensano, di una beneficenza, di aiutare i Paesi che hanno un basso reddito perché non possono pagare il vaccino. È solo nel nostro interesse. Perché se non lo facciamo, poi anche noi diventiamo vittime della situazione. I problemi sono relativamente semplici se si vogliono affrontare: basta sospendere la proprietà intellettuale. Non è un attentato al mondo dei brevetti (sui cui poi si potrebbe molto discutere quando i brevetti riguardano la salute)».
«C’è un problema concreto: dobbiamo avere 15 miliardi di dosi, le dobbiamo avere nel più breve tempo possibile. Facciamo tutto quello che si può, cioè sospendiamo temporaneamente – e non definitivamente – il brevetto e fabbrichiamo tutto quello che è possibile nel minor tempo possibile».
Non aggiungo altro e vi invito nuovamente ad ascoltare e condividere il podcast.
Su quanto sta accadendo in Israele e in Palestina
Nessuno può mettere in discussione lo Stato di Israele e il suo diritto a difendersi.Nessuno può chiedere ai palestinesi di rinunciare al loro diritto di avere uno Stato.
Per questo è giusto condannare la politica della destra estremista israeliana di occupazione e di insediamenti in Cisgiordania e all’interno di Israele la politica degli sfollamenti degli arabi dalle case.
Lo dice la sinistra dei democratici americani, Sanders, Warren e Ocasio-Cortez, che spingono Biden a schierarsi contro Netanyahu ed il governo USA verso una posizione equilibrata e verso un impegno immediato per la pace.
Lo diciamo purtroppo noi, sinistra europea, con minore chiarezza.
Sempre la sinistra denuncia anche la questione sociale che riguarda le condizioni di vita degli arabi all’interno di Israele.
È giusto quindi condannare l’estremismo della destra israeliana e il fondamentalismo islamista di Hamas. Sia Netanyahu che Hamas possono trarre infatti vantaggi da questa guerra e consolidare il loro consenso e il loro ruolo.
Lavorare per fermare la guerra è l’unica scelta giusta e possibile su cui USA e Unione europea devono impegnarsi, insieme all’ONU.
Fare chiarezza su questi temi ed entrare nel merito è necessario.Forse è anche a causa di certe nostre ambiguità e incertezza che da noi ci si ritrova in piazza con Salvini a portare - sia chiaro - una doverosa solidarietà alla comunità ebraica italiana.
Nelle città americane si tengono imponenti manifestazioni di solidarietà con la Palestina e contro il terrorismo.
Lunedì 17 maggio, alle 21.00, il webinar di presentazione del libro di Emanuele Felice “Dubai, l’ultima utopia” (Il Mulino, 2021).
Emanuele Felice è un economista e storico, autore del Mulino, editorialista per Domani, professore ordinario all'Università di Chieti-Pescara e docente alla Luiss. Lunedì sera faremo con lui una discussione su cosa accade “quando si pretende di lasciare il capitalismo senza i vincoli della politica democratica e dei diritti dell’uomo”. Per partecipare attivamente, fare domande e intervenire è necessario iscriversi qui:
Il libroUn giardino incantato nel deserto, un precipitato di modernità pulsante là dove c’erano rocce e sabbia. Creata pressoché dal nulla da emiri abili e visionari, Dubai ha conosciuto solo il capitalismo e ha dato forma all’utopia consumistica: la felicità fondata sull’abbondanza. Ma senza diritti. Senza libertà politiche e civili. Guardiamola allora «la città più felice del mondo», gli altissimi grattacieli, i quartieri costruiti su isole artificiali, gli smisurati centri commerciali. Dietro la patina dei suoi splendori, troveremo la realtà di uno dei regimi più oppressivi, iniqui ed eco-distruttivi del mondo intero. Qui utopia e distopia si palesano per quello che sono: la stessa cosa. Come accade quando si pretende di lasciare il capitalismo senza i vincoli della politica democratica e dei diritti dell’uomo.
Per oggi è tutto.Buon ascolto e buona lettura,Enrico