Buongiorno, la novità è che nel mezzo della pandemia, della drammatica crisi economica e della faticosa costruzione del piano italiano per Next Generation EU (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), non ci facciamo mancare nulla, nemmeno una crisi di governo.
In queste ore la parola serietà è stata sostituita con la parola irresponsabilità.
Matteo Renzi, consapevole del ruolo minore che ormai riveste e del tentativo fallito di costruire un’area liberaldemocratica attorno al suo partito, ha deciso di colpire e prova a buttare tutto all’aria. Con la sua decisione rimette in gioco la destra e nei fatti gli fa un bel servizio.
Non solo. Renzi si mostra incurante degli interessi del Paese e delle fondamentali scadenze che attendono l’Italia, a cominciare da quella del 15 febbraio quando dovremo consegnare alla Commissione europea il piano per la ripresa.
Come ha scritto oggi il Financial Times, Renzi gioca al ruolo di “demolition man”.
É profondamente sbagliato puntare sullo sgretolamento del governo e sulla dissoluzione dell’alleanza europeista che è stata costruita in questi mesi, portando al vertice della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ricordo a tutti che sui banchi dell’opposizione siedono Salvini e Meloni, due ultras di Trump e della peggiore destra sovranista e populista che c’è in circolazione.
L’errore di Renzi è grande. Anche perché avrebbe potuto legittimamente rivendicare alcuni cambiamenti positivi introdotti dal governo nel piano italiano “Next Generation UE”. Cambiamenti di cui si è discusso in queste settimane anche per iniziativa della stessa Italia Viva e su cui hanno lavorato alacremente tra gli altri i ministri del Partito Democratico Gualtieri, Amendola e Provenzano.
Il mio auspicio è che il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e tutte le altre forze di sinistra e progressiste riescano a mantenere la barra dritta.
Non si può ignorare la valenza strategica di questa alleanza democratico - popolare. Un’alleanza che potrebbe indicare il prossimo presidente della Repubblica, governare il Paese fino al 2023 con equità e giustizia e infine presentarsi alle elezioni per fronteggiare una destra sovranista e nazionalista.
Intendiamoci, non dico che finora il governo giallo rosso ha fatto tutto bene né faccio finta di non vedere i problemi che sono emersi in questi mesi. Ma è indubbio che la sola strategia possibile per il Paese è rimanere in connessione con l’Europa, l’unica salvezza per l’Italia.
E solo l’alleanza tra il Partito Democratico e il M5S può oggi tenere aperta, pur tra le difficoltà, questa prospettiva.
E ora che succede? Vado per punti.
* È concreto il rischio che aumenti enormemente la distanza tra istituzioni e cittadini, molti dei quali non comprendono le ragioni di questa scelta.
* Il vero obiettivo che ha mosso Renzi è sabotare i tentativi di una alleanza tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle, l’unica che oggi può costituire l’alternativa ad una destra trumpiana e antieuropeista.
* Far cadere il governo significa portare l’Italia nella nebbia, in una palude in cui potrebbero riemergere ipotesi di governi di larghe intese o di unità nazionale. Scenari che abbiamo in parte già vissuto e che non hanno fatto bene al Paese, alimentando solo populismo e ribellione.
* Spero che dietro l’idea di abbattere questo governo non ci sia il desiderio da parte di un pezzo del Paese di impossessarsi delle risorse europee. Sarebbe gravissimo perché queste risorse devono essere usate per rendere più equa l’Italia e ridurre le disuguaglianze.
Infine, una domanda: ci possiamo ancora fidare di Matteo Renzi e di Italia Viva?
Io la penso come Nicola Zingaretti:
“C'è un dato che non può essere cancellato dalle nostre analisi. Ed è a questo punto l'inaffidabilità politica di Italia Viva. Che è un dato presente e che io credo, e questo dovremmo tenerlo in considerazione, comunque, per come avvenuto mina la stabilità in qualsiasi scenario si possa immaginare un coinvolgimento e una nuova possibile ripartenza”.
Non si può strappare, perché gli strappi poi sono difficili da ricucire.
Tentare di evitare le elezioni in questa situazione drammatica è giusto ma oltre un certo limite non si può andare.
Ad ogni modo, spero che la crisi sia superabile. Lo dico da cittadino italiano che guarda con grande speranza al piano europeo di ripresa e rilancio. Certo, perderemo chissà quanto altro tempo in politicismi inutili, chiacchiere insulse e diatribe personaliste. Ma il 15 febbraio dobbiamo consegnare il piano alla Commissione europea per avviare le trattative.
Un caro saluto,Enrico Rossi
P.S.
Sopra trovate il podcast di oggi con la trasmissione a Controradio. Nella seconda parte, all’incirca dal minuto 8, trovate un approfondimento sui contenuti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e su Next Generation EU.