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Care amiche e cari amici,dedico questa newsletter ai temi del lavoro.

In apertura torniamo a parlare di sicurezza sui luoghi di lavoro. Il podcast della trasmissione su Controradio è invece incentrato su un’altra grande questione, la piena e buona occupazione. Nell’ultima puntata è stata ospite Laura Pennacchi, con cui abbiamo tenuto un bel confronto.

Alcuni giorni fa a Montermulo, Prato, è morta sul lavoro, in un’azienda tessile, la giovane Luana, un’operaia di 22 anni e madre di un bambino. È stata straziata dal rullo di un macchinario, l’orditoio, in cui è rimasta agganciata. È stata aperta un’inchiesta.

Ma viene spontaneo chiedersi come sia possibile che nell’era delle tecnologie digitali possano esserci macchine i cui ingranaggi, senza interrompersi automaticamente, possano impigliare e trascinare una persona fino alla morte.

La macchina era regolare? Le disposizioni nazionali sono idonee a tutelare la vita dei lavoratori? Posso sbagliarmi, ma la mia impressione è che da tempo il lavoro di ricerca e le norme conseguenti non siano un impegno costante e adeguato a sviluppare tecnologie più sicure e che siamo molto distanti da quello che si potrebbe e dovrebbe fare. Sono domande necessarie che meriterebbero una discussione seria ed una forte iniziativa politica e sindacale.

I dati INAIL dicono che dall’inizio dell’anno ci sono stati 185 morti sul lavoro, tre morti al giorno. Più le migliaia e migliaia di infortuni e mutilazioni e malattie.

I lavoratori hanno diritto di lavorare in condizioni di sicurezza e di uscire dal lavoro con la totale integrità fisica e morale. Occorrono opportune e giuste iniziative legislative, stanziamenti in materia di controlli e investimenti su macchinari e ambienti.

Sono convinto che il ministro Orlando farà un buon lavoro. Ma tocca anche al PD occuparsene in prima persona. Credo che possa essere utile organizzare, sia a livello della mia regione che a livello nazionale, una campagna di ascolto dei lavoratori, dei sindacati e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Su questo proverò a prendere un’iniziativa. È ai lavoratori, prima di tutto, che deve essere data la parola e che devono essere ascoltati sui rischi e sui pericoli del loro lavoro.

Nel podcast, come dicevo, troverete la bella discussione che abbiamo avuto con Laura Pennacchi nell’ultima puntata della trasmissione su Controradio.

I decenni del neoliberismo hanno significato sostanzialmente riduzione e arretramento del perimetro pubblico, ostilità allo Stato e alle istituzioni pubbliche, grande sollecitazione allo sviluppo della finanza e alla finanziarizzazione, drammatica flessibilizzazione del lavoro. L’opposto della lotta per la piena e buona occupazione. E quindi, per re-imporre questo tema, dobbiamo prendere atto che occorre combattere una battaglia culturale, perfino lessicale.

Laura Pennacchi è un’economista molto impegnata e da poco ha pubblicato un libro molto interessante: “Democrazia economica: Dalla pandemia a un nuovo umanesimo” (Castelvecchi, 2021).

Mi ha sempre colpito la sua insistenza su un grande tema che abbiamo davanti, la buona e piena occupazione. I bonus, il reddito di cittadinanza possono essere sicuramente misure importanti ma non vanno scambiati per il fine di una politica di sinistra davvero alternativa. Perché, come sta scritto anche nella nostra Costituzione, il lavoro è allo stesso tempo un diritto e un dovere, perché nel lavoro si esprime anche l'essenza umana, la relazione sociale di noi con gli altri. E allora alla luce di questa sua coerenza teorica, e anche politica. della proposta di una sinistra che tenga alto l'obiettivo della buona e piena occupazione, mi chiedo come si possono leggere le iniziative del governo per la creazione di occupazione.

In questo periodo abbiamo perso un milione di posti di lavoro e verrà il momento in cui anche il blocco dei licenziamenti sarà rimosso. Gli effetti distruttivi della crisi non sono ancora finiti. E allora, come risponde il Recovery fund proposto dal governo Draghi? Siamo sicuri che è sufficiente? Cosa si può fare per una occupazione piena e anche buona? Non è giunto il tempo di un nuovo conflitto e di un nuovo patto tra capitale e lavoro per ridurre i divari che negli ultimi trent’anni sono cresciuti fuori controllo e a solo vantaggio del capitale?

Sono alcune delle domande su cui con Laura ci siamo confrontati.

Chiudo segnalandovi un mio intervento su “Good Morning Genova” dove ho parlato di lavoro con Luca Borzani, Claudio Calabresi, Aris Capra e Simone Leoncini. Il video lo trovate qui sopra oppure sulla pagina Facebook della webtv.

Un saluto,Enrico



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