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Care amiche e cari amici,

nei prossimi giorni avremo modo di parlare della fine del governo Conte e dell’incarico a Mario Draghi, nel frattempo ritengo doveroso condividere con voi il racconto di Pietro Bartolo, eurodeputato dei Socialisti e Democratici, su quello che sta accadendo sulla “rotta balcanica”, in particolare al confine tra Croazia e Bosnia-Erzegovina.

Pochi giorni fa, Pietro Bartolo, assieme ad altri tre nostri parlamentari europei (Brando Benifei, Alessandra Moretti e Pierfrancesco Majorino), è andato prima in Croazia e poi in Bosnia-Erzegovina per verificare le condizioni di vita dei migranti che tentano di arrivare nell’Unione europea attraverso la “rotta balcanica”. Da mesi, infatti, arrivano notizie drammatiche di violenze, pestaggi, torture e respingimenti arbitrari a danno di chi cerca di entrare in Europa per chiedere asilo. Si tratta principalmente di afghani, pakistani, iracheni, siriani, iraniani che fuggono da persecuzioni e conflitti pluriennali.

Quella dei nostri quattro eurodeputati – che voglio pubblicamente ringraziare – è stata una missione di carattere ispettivo. Una missione ufficiale, insomma. Pietro, Alessandra, Brando e Pierfrancesco sono andati lì a verificare la situazione con i loro occhi. Un viaggio, purtroppo, nell’orrore e nella disperazione.

Vi invito ad ascoltare il podcast (parliamo della rotta balcanica dal minuto 3 e 30) e a condividerlo.

Non è stato un viaggio semplice. Dopo aver visitato l’Hotel Porin di Zagabria, l’unico centro di permanenza ufficiale che esiste in Croazia, gli eurodeputati progressisti hanno tentato di ispezionare la zona della foresta di Bojna, al confine tra Croazia e Bosnia-Erzegovina. Qui, in territorio europeo e nel pieno esercizio delle loro funzioni, sono stati bloccati dalla polizia croata. Un fatto gravissimo.

Ma il viaggio di Bartolo, Moretti, Majorino e Benifei è proseguito il giorno seguente in Bosnia-Erzegovina. Qui hanno visitato il campo di Lipa dove sotto le neve sono ammassati in condizioni disumane centinaia di migranti e rifugiati.

Del campo di Lipa, che era andato a fuoco il 23 dicembre scorso, ne ha scritto anche Nello Scavo su Avvenire, un articolo che vi consiglio di leggere. Scrive Scavo:

“Nell’accampamento c’è un gabinetto ogni 100 persone. La fitta coltre di neve può essere una trappola, per chi non sa che tra una tenda e l’altra gli avvallamenti sono latrine che la tormenta copre, mascherandone la presenza e il puzzo. L’acqua dei pochi rubinetti è talmente gelata che il più delle volte non arriva neanche a sgorgare, mentre le tubature si gonfiano come grosse vene ostruite dal ghiaccio. Non di rado si vede qualcuno affrontare la bufera in canottiera, mentre riempie di neve una ciotola e ci versa dell’acqua così da sciogliere il grumo ghiacciato e averne a sufficienza per improvvisare una doccia. E’ anche un modo per tenersi in forma”.

Anche Annalisa Camilli di Internazionale nelle scorse settimane ha scritto un lungo reportage sul campo di Lipa. Un altro articolo da leggere e condividere.

Bartolo, intervenendo ieri alla riunione del gruppo S&D al Parlamento europeo, ha detto:

“Pensavo di aver visto tutto in 30 anni di esperienza legata al soccorso e accoglienza dei migranti ma mi sbagliavo. Quello che ho visto in questa missione supera di gran lunga la disperazione di cui sono stato testimone. Mai mi sarei aspettato di ritrovare la stessa disumanità riportata dalla visita effettuata da Isabel Santose altri colleghi lo scorso anno. Quello che abbiamo vissuto impone azioni immediate […]. In attesa di un meccanismo legislativo di ricollocazione automatica e obbligatoria dobbiamo farci portavoce come gruppo socialista e democratico di azioni concrete che consentano di evacuare nell’immediato almeno i soggetti più vulnerabili attraverso l’apertura di corridoi umanitari”.

Per chi non lo sapesse, Pietro è stato per oltre trent’anni il medico di Lampedusa. E, purtroppo, di disperazione i suoi occhi ne hanno vista parecchia.

Insomma, mi sono sentito in dovere di condividere con voi tutto questo perché, mentre fervono le trattative per la formazione del nuovo governo – e mi auguro che Mario Draghi riesca a costruire una maggioranza nel solco di quanto auspicato dal Capo della Statoè bene che tutti noi non ci dimentichiamo di quello che succede in Europa e ai sui confini.

Buona serata,Enrico



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