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Buongiorno e bentornati su On-chain student.

Il ritardo nella pubblicazione della newsletter della scorsa settimana ha influenzato in parte anche quella di oggi.

Sono trascorsi solo quattro giorni dall’ultima pubblicazione e sia dal punto di vista del prezzo che dei fondamentali non è successo granché , abbiamo comunque molto di cui parlare.

Let’s dive into the block !

Il punto della situazione

Settimana di rialzi nel mondo cripto dopo la stangata di inizio anno; BTC registra +3.25% trascinando con sé buona parte delle altcoin. Ritorni percentuali niente male per chi è rimasto liquido prima della caduta di bitcoin da $45K a $40K.

Capitalizzazione dell’intero mercato che torna a superare i 2.000 miliardi, mentre BTC approccia timidamente la zona attorno agli 820 miliardi.

Il Fear & Greed Index latita sui livelli di paura estrema ormai da un mese abbondante, segno che gli investitori sono ancora incerti riguardo alla situazione attuale.

Hashrate che dopo il calo dovuto alla situazione in Kazakistan (-13%) torna a ruggire, stabilendo a tutti gli effetti un nuovo ATH. Al momento la rete bitcoin è più sciura che mai.

Analisi tecnica + analisi fondamentale

Dal punto di vista dell’analisi tecnica il death cross è ancora in “play”, se infatti bitcoin dovesse continuare ad essere scambiato nella zona di trading $40K-$45K il segnale potrebbe essere confermato e con esso il downtrend.

Il 14 dicembre scorso, quando BTC veniva scambiato a $47K, ho azzardato una previsione sull’andamento del prezzo per i mesi successivi. Al momento la previsione si è rivelata esatta, vediamo se anche il prosieguo lo sarà.

Sulla scia di tale scenario calza a pennello la metrica pubblicata da Glassnode.

Cito testualmente:

"Gli Short-Term Holders, coloro che hanno acquistato le proprie monete negli ultimi mesi, detengono attualmente 3 milioni di BTC."

Interpretazione dei dati.

Il grafico ci indica come l’offerta circolante di bitcoin si sia spostata tra Short-Term Holders e Long-Term Holders dal 2015 ad oggi.

In corrispondenza di trend rialzisti e di nuovi massimi i LTH hanno ceduto parte delle proprie monete agli STH, distribuendole quindi sul mercato; vediamo questo fenomeno in particolare nella corsa verso i $20K tra il 2017 e il 2018 e nella “run” del 2020-21 verso i $64K.

Al contrario, in corrispondenza di fasi o periodi ribassisti gli STH tendono ad uscire dal mercato vendendo le proprie monete ai LTH che tornano ad accumulare a prezzi inferiori rispetto a quando hanno venduto.

Non a caso i LTH vengono definiti “Smart Money” proprio perché essendo nel mercato da molto più tempo sanno riconoscere, o perlomeno dovrebbero essere in grado di farlo, le fasi prettamente speculative da quelle in cui si può e si dovrebbe accumulare.

La parte destra del grafico, che riguarda gli ultimi mesi, indica una fase di accumulo dei LTH con gli STH che detengono poche monete: 3 milioni di BTC.

Lo storico di questa metrica ci dice che a una fase di accumulo segue una fase di distribuzione con tanto di rally verso nuovi livelli di prezzo.

Questo è sicuramente uno scenario da monitorare nelle prossime settimane.

Brasile

Settimana scorsa vi ho parlato dell’adozione di Strike in Argentina e della volontà dell’azienda guidata da Jack Mallers di espandersi in tutta l’America Latina.

Qualche giorno fa, probabilmente anche sulla scia di questa adozione da parte del vicino governo di Buenos Aires, anche in Brasile hanno cominciato a muoversi sul fronte cripto.

Il Sindaco di Rio De Janeiro, Eduardo Paes, ha deciso che parte delle disponibilità economiche della città verranno investite in bitcoin (circa l’ 1%).

L’idea è quella di trasformare Rio in un centro cripto-friendly, non solo per concedere una valida alternativa per proteggersi dall’inflazione dirompente che grava sul Real brasiliano, ma anche per attrarre aziende straniere attive nel settore delle criptovalute.

Come punto di partenza sarà messo a disposizione dei cittadini uno sconto del 10% sul pagamento delle tasse se queste verranno saldate in BTC.

Dietrofront Unicredit

Sicuramente avrete sentito parlare dello “scandalo Unicredit” relativo al mondo cripto, ma per chi se lo fosse perso ecco un breve riassunto.

Il 7 gennaio scorso la banca italiana Unicredit ha pubblicato sul proprio profilo Twitter un comunicato in cui affermava di vietare ai propri clienti relazioni con emittenti di valute virtuali (exchange), pena la chiusura immediata del conto.

Questo tweet è arrivato in risposta ad un utente, cliente della banca, che si trovava in difficoltà a spostare del denaro dal suo conto corrente a un exchange.

In pochissimo tempo la riposta di Unicredit è diventata virale scatenando un polverone a dir poco incredibile. Molti utenti si sono chiaramente ribellati, minacciando persino di spostarsi su servizi come HYPE o N26.

Alla fine, a distanza di pochi giorni, c’è stata il dietrofront della banca che ha dovuto chiare la sua posizione.

Conclusioni

Nonostante il sentiment di mercato sia in zona di paura estrema ormai da tempo, dal punto di vista dei fondamentali la rete bitcoin non è mai stata così solida. Il prezzo spesso non riflette il reale valore di un asset, sta a noi riconoscerne le vere potenzialità.

A testimonianza di ciò continua imperterrita l’adozione di massa che costringe persino a pessime figure gli istituti di credito tradizionali.

Ci sono svariati motti nel mondo cripto e uno di questi è proprio “ You can’t stop the revolotion”

Il caso Unicredit ha mostrato proprio questo.

Bitcoin 1 banche 0

Per questa newsletter è tutto, ricordati che l’analisi svolta non ha lo scopo di consigliare alcun tipo di investimento finanziario, ma al contrario ha l’aspirazione di insegnare ad analizzare con uno sguardo più critico il mondo Bitcoin.

Alla prossima settimana !



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