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Torno dal New Mexico distrutta. Ci sono stata un mese per inaugurare il tour dei Book Riders con due prime edizioni che sono andate molto bene ma mi hanno, appunto, sfiancata. Per un semplice motivo: il New Mexico è un posto difficilissimo da comprendere e da far comprendere. Per quanto sia incantevole se non del tutto stupefacente nei suoi immensi paesaggi desertici, non è uno Stato “parlante” come possono esserlo il Texas, la California, persino il New Jersey, Stati la cui narrazione è avvolgente, spesso altisonante, simbolica e immediata. No, il New Mexico è contorto, stratificato, complicato e per nulla intuitivo. Va nella direzione contraria a ciò che pensiamo di trovare negli Stati Uniti, è inafferrabile e crea spaesamento. Non è un caso, infatti, che molte delle persone che sono state in viaggio con me abbiano usato spesso questa parola - spaesamento - per definire come si sentivano a Santa Fe (la capitale) o nei pueblos dei Nativi (ne abbiamo visitati soprattutto due, Taos e Acoma), sugli altopiani dove hanno sede i laboratori nucleari di Los Alamos e così via. Le domande sono state moltissime.

* Cos’è un pueblo, innanzitutto? Perché non si chiama “riserva”?

* In che senso questo non è territorio degli Stati Uniti? E allora chi governa qui?

* Perché solo in New Mexico tutti gli edifici sono fatti in adobe? Quando hanno cominciato a costruirli così e perché non ci sono i grattacieli come in tutto il resto del Paese?

* Com’è possibile che ci siano tutte queste chiese cattoliche? Ma davvero i Nativi credono in Dio?

* Sembra di essere in Spagna.

* Che differenza c’è tra Nativi Pueblo e Nativi Navajo? Pueblo non è il nome dei loro villaggi antichi? Perché i Navajo vivono in condizioni così disperate e i Pueblo no?

* Se Oppenheimer amava così tanto il New Mexico perché ha deciso di usarlo per far detonare la prima bomba atomica?

* Quindi i laboratori sono attivi ancora oggi? E cosa ci fanno? Perché nessuno lo sa?

* Perché queste persone non sono state avvisate delle radiazioni?

* Qual è la lingua ufficiale qui?

* Perché ci sono le bandiere degli Stati Uniti nei cimiteri dei veterani nativi? Perché si sono arruolati così numerosi nell’esercito americano, in primo luogo?

* A chi vanno i soldi della vendita di queste opere d’arte nativa? Non è colonizzazione anche questa?

Non risponderò qui a queste domande, sia perché ci vorrebbero almeno 87 newsletter come questa sia perché ci ho già provato in altre sedi (vedi sotto). Qui oggi limito a dire solo una cosa: il New Mexico ha una cultura particolare e unica - che si riflette nell’architettura, nella religione, nella letteratura, nella cucina, nella convivenza di linguaggi e usanze diverse, eccetera - perché è sempre stato molto periferico, sia quando si trovava sotto la dominazione messicana (fino al 1848) sia oggi che fa parte degli Stati Uniti. Non è nell’interesse primario di nessuno (lo si vede anche dal mercato editoriale) e questa forma di trascuratezza fa sì che al suo interno si consolidino pratiche e dinamiche che altrove non sarebbero possibili.

Sembra di vivere nel passato e nel futuro nello stesso istante, attraverso un presente che offre pochi punti di riferimento.

In New Mexico esistono i più antichi insediamenti umani del Nord America (Acoma Pueblo, lo citavo prima, risale al 1100 circa) e, allo stesso momento, la commistione etnica ha radici talmente profonde che è impossibile non intravedere al suo interno il futuro dell’intero Paese (è uno dei pochi Stati americani in cui una minoranza, quella latina, è diventata maggioritaria rispetto alla componente bianca della popolazione, che si ferma sotto il 50%, nel caso del New Mexico al 43%); è un posto ancestrale e primitivo che proprio per questa sua immanenza fisica invita a una salvaguardia concreta e spirituale del pianeta - la nostra unica speranza di sopravvivenza -, anche in virtù dell’essere stata casa e culla dell’arma di distruzione di massa più potente della storia dell’umanità; woke e maga esistono ma hanno poche casse di risonanza tanto che è impossibile parlare in termini assoluti e polarizzati di tanti dei temi caldi su cui si divide l’opinione pubblica come la supremazia bianca, l’appropriazione culturale, la gentrificazione e la discriminazione. Nonostante siano tutte presenti, in forme più o meno gravi. Spesso, infatti, la mia risposta a tante delle domande riportate sopra è stata: “proviamo a chiedere ai diretti interessati (persone, storie, libri, resoconti), non esiste una sola risposta valida e assoluta”. Un traguardo questo che - ripeto - altrove è impensabile.

Purtroppo luoghi come il New Mexico (ne esistono diversi altri negli Stati Uniti, magari non hanno l’imponenza di un intero Stato ma ci sono) in questo momento continuano a non essere rilevanti. Parlarne è difficile, poiché obbliga a includere, a stratificare invece che a semplificare, costringe a rimanere con un pugno di domande in mano e poche, insoddisfacenti risposte, soprattutto se non inserite in una doverosa prospettiva storico-culturale. Forse non è del tutto un male, tuttavia, visto cosa è successo fino a oggi grazie a questo tipo speciale di isolamento: si è sviluppata una struttura sociale mista e coriacea che non intende fermarsi e che sarà lì pronta a dare l’esempio quando il resto del Paese finalmente si accorgerà di averne un grande bisogno. Sempre che resista e non venga spazzata via da correnti più forti e violente. Ma oggi mi va di sentirmi ottimista.

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Non possiamo dire di non averci provato

Questo tipo di “diversità”, questo tipo di contronarrazione anche, ha trovato molto spazio tra le mie proposte negli ultimi tempi. A volte ho trovato storie che sembravano contenerla tutta in modo molto semplice (un miracolo!), come nel racconto della poeta nativa Luci Tapahonso che ho presentato nell’ultima puntata del podcast Miglia dedicata a Santa Fe; altre volte c’è stato bisogno del respiro di un romanzo come Il falco dello scrittore americano di origini svedesi e argentine Hernan Diaz, uno dei libri più belli che abbia letto di recente, passato prima dal bookclub LIT e poi di mano in mano mentre eravamo in viaggio (non fartelo sfuggire, è veramente bellissimo, non parla specificamente di New Mexico ma è un ottimo esempio di riscrittura dello spazio americano antico e dei suoi protagonisti); altre volte ancora ho dovuto organizzare temi, libri e geografie in modo da sciogliere e isolare i fili della complessità per poi rimetterli insieme con più coscienza come nel mio corso online dedicato al New Mexico, che ti consiglio davvero di cuore di seguire on demand (quindi secondo i tuoi tempi e le tue disponibilità) perché può aprirti orizzonti nuovi e anche consolatori, persino speranzosi. Non è l’America deludente e inquietante che fa notizia oggi, appunto: il mio non è chiaramente un invito alla fuga, ma piuttosto alla consapevolezza dell’insieme, della varietà e della profondità.

Prossimamente

* Quando saranno annunciati i prossimi tour dei Book Riders? Come ogni anno, i primi viaggi del 2026 saranno resi noti l’ultima settimana di novembre alle persone iscritte a LIT (a cui è riservato un trattamento speciale come forma di ringraziamento per il sostegno economico che scelgono di dare al mio lavoro) e subito dopo anche qui su Sogni Americani. Ne approfitterei per fare un sondaggio, così da orientare meglio le mie scelte (ma ti chiedo di rispondere soltanto se pensi di partecipare ai Book Riders l’anno prossimo):

* Ci vediamo online a fine mese per il consueto appuntamento di LIT, il bookclub della McMusa, dedicato a ottobre a un classico moderno di cui abbiamo molto bisogno: Rumore bianco di Don DeLillo (manderò presto la mail con le dritte dell’appuntamento alle persone iscritte e tutte quelle che vogliono iscriversi sono naturalmente le benvenute in ogni momento).

* Ci vediamo dal vivo il 25 ottobre alla prima edizione del festival Wor(l)d in Progress che si terrà il prossimo weekend a Vinci, in provincia di Firenze. Il mio intervento si intitola “Katrina vent’anni dopo. Storia di una narrazione sbagliata e manipolata.” Ti aspetto!

Grazie per avermi seguita fin qui oggi, ci sentiamo sabato prossimo per il Monthly!

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