Premessa: ringrazio i ragazzi di Grinderlab e il mitico Carlo Savinelli che mi han fatto scoprire questa notizia incredibile. Al Japan Open Poker Tour si è tenuto il primo evento dedicato a bambini e ragazzi tra 6 e 15 anni.
Se segui Pokertalk sai che mi capita di andare nelle Scuole a parlare di Giochi di Abilità e Giochi di Azzardo per sensibilizzare sul tema. Ma se un giorno in una scuola elementare mi chiamassero a tenere un corso sulle decisioni usando il Poker sarebbe una figata assurda.
🎌 INTRO
Immaginate di entrare in una classe elementare. Lavagna, zaini colorati, vociare allegro. E al centro dell’aula… un tavolo da Poker.Sì, hai letto bene. In Giappone ci sono scuole dove si insegna il Texas Hold’em ai bambini.E sai qual è la cosa sorprendente? Non lo fanno per insegnare a vincere soldi, ma per insegnare a ragionare meglio. I soldi, o qualunque obiettivo, sono una conseguenza.
Benvenuti nel futuro. O forse… benvenuti nel vero valore del Poker.
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♠️ Non si gioca d’azzardo. Si gioca di testa.
In Occidente il Poker è ancora vittima di un’etichetta stantia: gioco d’azzardo, rischio, perdizione. Un po’ colpa dei film di Celentano che tanto ci piacciono.In Oriente, invece, qualcuno ha capito la verità: il Poker è una palestra mentale.Una scuola di pensiero. Un laboratorio decisionale. Del resto quando si parla di pensiero, di mente, l’Oriente è sempre in prima fila.
In quelle classi giapponesi non si parla di all-in, ma di decision making.Non si insegnano bluff, ma empatia, gestione del rischio e lettura del contesto.Ogni mano è una micro-simulazione di vita reale, dove i bambini imparano a:
* Gestire l’incertezza
* Controllare le emozioni
* Accettare la sconfitta
* Riconoscere i segnali deboli negli altri
* Calcolare il valore atteso delle proprie azioni
Più che una lezione di carte, è una lezione di crescita personale. con buona pace di Big Luca, Thomas Macorig e compagnia araba.
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♥️ Il Poker come strumento educativo: lo diciamo da sempre
Al Pokertalk lo diciamo da tempo: il Poker, se usato nel modo giusto, non ti rovina la vita. Te la migliora.Non è un gioco per diventare ricchi. È un gioco per diventare più lucidi, più strategici, più consapevoli.
I bambini giapponesi imparano a pensare a più livelli. A non reagire d’impulso.A fare una cosa che noi adulti fatichiamo ancora a fare: fermarsi a riflettere prima di agire.E se lo impari da piccolo… beh, il mondo ti sembra subito un po’ più chiaro.
♦️ Poker a scuola? Ecco perché ha senso
Mettiamo da parte per un attimo i pregiudizi. E pensiamoci davvero.
Insegniamo ai bambini scacchi, coding, robotica.Allora perché non anche Poker come arte della scelta?
Non parliamo di soldi, ma di abilità trasversali:
♣️ La vera domanda non è “Perché insegnare il Poker ai bambini?”
…ma “Perché NON lo stiamo facendo anche noi?”
In un mondo dove tutti corrono, dove l’attenzione dura 3 secondi, dove il fallimento è vissuto come un dramma… forse il Poker è proprio l’antidoto di cui abbiamo bisogno.
Il Giappone ha avuto il coraggio di provarci.E noi?
Noi possiamo iniziare a cambiare il modo in cui raccontiamo questo gioco.Possiamo usarlo per formare manager, studenti, imprenditori.O, semplicemente, persone più consapevoli.
Una sconfitta ben letta. Un errore capito. Una lezione metabolizzata.Questo è il vero potere del gioco.
🔔 Entra anche tu in questa nuova mentalità.
Se anche tu credi che il Poker sia più di un gioco, entra nel mondo di Pokertalk.La scuola di pensiero dove si impara… a stare al tavolo della vita.
✏️ Matteo Fini | Pokertalk Chipcount: perché nello studio e formazione personale e professionale every chip counts.
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